Fine del surplus di alluminio?

Dopo un decennio di eccesso di offerta, il mercato dell’alluminio potrebbe essere arrivato ad un punto di svolta.

Gli ultimi anni non sono stati da ricordare per gli investitori di alluminio. Solo nei primi nove mesi del 2013 la produzione di metallo globale ha superato il fabbisogno di 1,2 milioni di tonnellate.

Secondo il Wall Street Journal, questo surplus è più del doppio di quanto registrato nell’anno precedente.

Non è per nulla sorprendente che i prezzi dell’alluminio siano profondamente depressi da un eccesso di offerta e che abbiano toccato un minimo al di sotto dei 1.700 dollari a tonnellata (contratto 3 mesi al London Metal Exchange).

Secondo Bloomberg, il mercato è afflitto da un eccesso di produzione che dura ormai da quasi dieci anni, a cui hanno contribuito in modo determinante le nuove produzioni cinesi.

Questo panorama di mercato così negativo rende ancor più sorprendenti le previsioni che sono state formulate durante la scorsa settimana sul possibile disavanzo di alluminio nel corso del 2014.

Alcoa, uno dei maggiori produttori di alluminio del mondo, ha pubblicato i risultati del primo trimestre e ha dichiarato che prevede un deficit di alluminio per l’anno in corso di 730.000 tonnellate. Le cause saranno l’aumento del 7% della domanda mondiale, soprattutto dal settore aerospaziale e in seconda battuta dal settore automobilistico.

Le previsioni di Alcoa hanno aiutato i prezzi dell’alluminio a guadagnare qualche posizione negli ultimi giorni (1.823 dollari a tonnellata) ma il mercato è molto incerto circa la possibilità che le quotazioni possano crescere ancora. Infatti, esistono fattori strutturali negativi come l’elevato stock di metallo, ancora sproporzionato rispetto alla domanda.

Tuttavia, le previsioni Alcoa hanno alimentato nel mercato qualche cauta speranza.

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