Europa alla disperata ricerca di metallo. Sanzioni contro l’alluminio russo?

Con una domanda di alluminio in forte espansione, qualsiasi ulteriore interruzione dell’offerta rappresenterebbe un duro colpo per i produttori europei.

Ulteriori interruzioni dell’offerta di alluminio sarebbero insopportabili per il sistema industriale europeo. Con una domanda in forte espansione e prezzi altissimi per comprare metallo, già allo stato attuale l’Europa è alla disperata ricerca di alluminio.

I consumatori sono disposti a pagare prezzi così alti che alcuni traders hanno caricato alluminio in Malesia per portarlo in Europa. Un’operazione che sulla carta sembrerebbe una follia in termini di costi e senza aluna possibilità di essere profittevole. In realtà, l’operazione sarà redditizia per la disperazione in cui si trovano le industrie europee, pronte a pagare qualsiasi cifra pur di entrare in possesso di alluminio.

Scorte ai minimi e produzioni che chiudono

Uno dei prodotti industriali più utilizzati nel mondo continua a mancare in Europa, con le scorte di borsa ai minimi storici e mentre la produzione europea è diminuita per l’aumento dei costi energetici.

La mancanza di alluminio risale a prima delle tensioni in Ucraina ma, adesso, dopo l’avanzata delle truppe russe, potrebbe diventare drammatica. Infatti, le esportazioni russe in Europa sono circa il 4% della produzione globale e il rischio che vengano fermate dalle sanzioni occidentali sta incendiando i prezzi del metallo, salito martedì a 3.380 dollari alla tonnellata.

Anche se molti analisti ritengono che le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Europa non colpiranno direttamente il settore dell’alluminio russo, in particolare il colosso RUSAL, il ricordo di quanto accadde nel 2018 in una situazione analoga fa venire i brividi ai consumatori.

Le scorte della Malesia salveranno l’Europa?

Sarà la Malesia a salvare l’Europa dalla carenza di alluminio? Abbastanza improbabile, anche perché le scorte malesi, concentrate a Port Klang, si stanno esaurendo. Senza contare che ci sono colli di bottiglia logistici che rendono l’operazione assai lenta (sembra che la prossima nave di alluminio non partirà prima di giugno).

Ma il vero problema è come risolvere la carenza a lungo termine. Secondo Trafigura e Godman Sachs non ci sono dubbi che ci saranno ulteriori aumenti di prezzo, almeno fino a quando non si raggiungerà un livello che possa incentivare nuova offerta.

Naturalmente, con l’aumento dei prezzi a livelli storicamente stratosferici, ci si avvicina al momento in cui la domanda calerà, con un conseguente crollo delle quotazioni (ma non certo nel breve termine). Per queste ragioni sempre più traders e investitori ritengono che i rischi sul mercato dell’alluminio stiano diventando troppo alti rispetto ai potenziali rendimenti.

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