Estrazione mineraria: l’Occidente si ritira, l’Arabia Saudita si fa avanti

L’Arabia Saudita stanzia 182 milioni di dollari per incentivare l’esplorazione mineraria nel settore minerario.

I paesi occidentali si stanno allontanando dalle attività estrattive, delocalizzando le loro emissioni di carbonio per poter ipocritamente affermare di essere a zero emissioni. Al contrario, altri paesi come l’Arabia Saudita si stanno facendo avanti per colmare il vuoto, con l’obiettivo di rendere l’estrazione mineraria il secondo pilastro della loro economia dopo il petrolio e il gas.

182 milioni di dollari per incentivare l’esplorazione mineraria

I sauditi hanno annunciato un imponente programma di incentivi per l’esplorazione mineraria, con un investimento di 182 milioni di dollari. Questa iniziativa, rivelata dal Ministro dell’Industria e delle Risorse Minerarie, segna un momento significativo nello sforzo nazionale per diversificare l’economia del paese.

L’iniezione di capitale nel settore minerario è una parte fondamentale del piano di trasformazione economica dell’Arabia Saudita, noto come Vision 2030. Questo piano ambizioso mira a sviluppare diverse industrie, tra cui il turismo, l’industria manifatturiera e, in particolare, l’estrazione mineraria, per ridurre la dipendenza del paese dalle esportazioni di petrolio.

In occasione del Future Minerals Forum, è stato rivelato che sono previsti accordi per un valore complessivo di 75 miliardi di riyal (circa 20 miliardi di dollari). Inoltre, è stato annunciato il quinto e il sesto round di un programma di licenze minerarie che daranno l’accesso quest’anno all’esplorazione di 33 nuovi siti.

Riserve stimate per 2,5 trilioni di dollari

L’Arabia Saudita ha riveduto al rialzo le sue stime sulle riserve minerarie del paese, portandole a 2,5 trilioni di dollari rispetto ai 1,3 trilioni stimati nel 2016. Queste cifre si basano su appena il 30% del territorio, lasciando intravedere un potenziale ancora inesplorato.

Ma’aden, la maggiore compagnia mineraria del paese, controllata per il 67% dal Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano del Regno, è al centro di questa trasformazione. Yasir Al Rumayyan, che presiede il PIF, ha sottolineato che “abbiamo il più grande programma di esplorazione del mondo“.

Con questi piani ambiziosi, l’Arabia Saudita si sta posizionando per diventare un punto di riferimento non solo nel campo dell’energia, ma anche per l’esplorazione e l’estrazione mineraria. Sarà molto interessante vedere come le aziende minerarie internazionali si muoveranno in Arabia Saudita ora che le porte si stanno aprendo!

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