Domanda di alluminio travolgente nel 2022. Ma non è una buona notizia…

La domanda di alluminio da parte del settore aerospaziale e automobilistico tornerà più velocemente del previsto e sarà come uno tsunami per il mercato.

È voce di popolo che la domanda di alluminio a livello globale sia forte come non mai. In realtà, pochi considerano che potrebbe essere molto, ma molto più sostenuta.

Il mercato ha perso 2 milioni di autoveicoli

Come nessuno avrebbe mai potuto immaginare, i semiconduttori sono davvero venuti a mancare, mettendo in ginocchio le case automobilistiche. Secondo Toyota, a settembre, la produzione mondiale di veicoli si è ridotta del 40% a causa dei chip che non si trovano. A livello globale, il mercato ha perso circa 2 milioni di veicoli.

Di conseguenza, quest’anno, la domanda di alluminio per autoveicoli ha subito un duro colpo. Mentre i produttori di auto hanno perso vendite, tutta la filiera del settore ha visto svanire una parte significativa di domanda ed ha assistito al peggior mercato dei semilavorati in alluminio a memoria d’uomo.

Commesse dimezzate nell’aerospaziale per la pandemia

Tuttavia, la domanda di alluminio non si è contratta solo nell’automotive, ma anche nell’aerospaziale, un settore tra i favoriti anche per le acciaierie. Infatti, se l’aerospaziale avesse funzionato ai livelli pre-pandemia, la domanda di aeromobili avrebbe continuato a espandersi ben oltre a quanto si era esageratamente gonfiata, con programmi di fabbricazione che arrivavano fino al 2030. Invece, sono arrivati i lockdown e le restrizioni ai viaggi…

Sia Airbus che Boeing hanno visto dimezzare le commesse di produzione rispetto ai livelli pre-pandemia. Anche se adesso le compagnie aeree stanno piano piano cercando di tornare a volare, i viaggi aerei internazionali sono ancora tutt’altro che normali.

Ma adesso arriva la riscossa, che farà ancora più danni al mercato dell’alluminio

In questo contesto, è possibile capire la sorpresa con cui i mercati hanno accolto l’annuncio di Airbus di aumentare in modo aggressivo la produzione di aeromobili. La sua produzione aumenterà ad un ritmo costante di 64 jet al mese entro il secondo trimestre del 2023. Una cifra superiore ai 60 che la società aveva pianificato prima del coronavirus. Inoltre, Airbus sta pensando di arrivare a 70 jet al mese entro l’inizio del 2024 e 75 entro il 2025.

Come ha riportato il Financial Times, i campanelli d’allarme hanno iniziato a suonare su e giù per tutta la catena di approvvigionamento dell’alluminio e dell’acciaio, che verrebbe messa a dura prova da quantità così elevate di nuovi aeromobili.

Le cose peggioreranno per i consumatori di alluminio

A parte le giustificate preoccupazioni circa un’accelerazione così aggressiva che causerà probabilmente solo danni, i consumatori di alluminio al di fuori del mercato aerospaziale hanno di che non dormire la notte.

Se, come sembra, l’industria automobilistica sarà in forte ripresa l’anno prossimo, con un aggressivo aumento della domanda aerospaziale a seguire, c’è da pensare che le montagne russe su cui si sono mossi i prezzi dell’alluminio nel corso di quest’anno sembreranno nulla in confronto a quanto succederà nel 2022. Per non parlare dei ritardi e degli annullamenti delle spedizioni.

Insomma, la drammatica caduta della domanda a seguito del coronavirus potrebbe rivelarsi molto meno dannosa per i mercati rispetto alla risalita violenta, e per certi versi sorprendente, a cui stiamo assistendo. Per il mercato globale dell’alluminio la pace e l’equilibrio sono ancora lontani.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED