Il dollaro americano sta andando davvero forte, ma la cosa non è per nulla una fortuna per chi ha scelto di investire in oro o in altri metalli preziosi.
Il metallo giallo è sceso sotto la soglia dei 1.250 dollari per oncia, seguito al ribasso anche da argento, platino e palladio.
Come riportato dall’agenzia di stampa Reuters, il dollaro statunitense ha raggiunto i valori massimi da quattordici mesi a questa parte, esercitando un forte pressione su tutti i metalli preziosi.
L’oro, per esempio, ha perso circa il 5,6% del suo valore solo nel corso di questo trimestre.
Un’altra dimostrazione che, ancora una volta nella storia, l’andamento a lungo termine del dollaro è inversamente proporzionale a quello delle materie prime (“La vera causa della discesa dei prezzi delle materie prime“).
Come riferisce il Wall Street Journal, gli investitori di tutto il mondo stanno correndo a comprare dollari sulle aspettative di un’accelerazione della ripresa economica. Il mercato si attende che la Federal Reserve americana (FED) alzerà i tassi di interesse prima del previsto.
Insieme alla crescita iperbolica del dollaro, l’euro è diminuito ai minimi degli ultimi 14 mesi, influenzando negativamente alcuni mercati delle materie prime.
Mentre un dollaro forte tiene gli investitori lontano dall’oro, la debolezza dell’euro solleva preoccupazioni in tutta l’Unione Europea per la pressione sui consumi e sui prezzi alla produzione, che stanno generando una deflazione sostenuta.
Inoltre, le tensioni geopolitiche in Ucraina e nelle altri parti del mondo spingono gli investitori verso il dollaro e verso l’economia degli Stati Uniti come rifugio sicuro.
Certamente, le prossime mosse della FED saranno determinanti per le prospettive dei metalli preziosi nel breve termine, anche se sono sempre più numerose le voci che propendono per ulteriori ribassi (“È arrivato il momento di vendere oro?“).