I prezzi dell’alluminio continuano a mettere a segno nuovi massimi. Adesso, gli investitori e gli operatori del settore hanno paura che i problemi logistici blocchino le forniture di metallo a causa delle sanzioni contro Rusal, il principale produttore russo di alluminio.
Ieri, 2 marzo, le quotazioni dell’alluminio a tre mesi sul London Metal Exchange (LME) sono arrivate al record di 3.570 dollari per tonnellata. Solo negli ultimi due mesi e mezzo, l’alluminio è cresciuto di oltre il 37%, spinto da un deficit di offerta prima e dalla crisi Russia-Ucraina poi.
Gli approvvigionamenti di metallo si complicheranno ulteriormente
Secondo Commerzbank, questo è l’effetto di rimando delle sanzioni occidentali contro la Russia e si prevede che a breve i problemi logistici peggioreranno complicando ulteriormente gli approvvigionamenti.
Basti pensare che, secondo Reuters, i tre più grandi spedizionieri di container del mondo hanno dovuto sospendere i viaggi da e verso la Russia per le sanzioni. Ciò, in un momento in cui le scorte di alluminio in Europa sono a livelli bassissimi. Le scorte ufficiali nei magazzini LME si sono più che dimezzate negli ultimi 12 mesi (809.750 tonnellate) rispetto ai quasi due milioni di tonnellate del marzo dello scorso anno.
Alluminio a 4.000 dollari?
Ecco perché nessuno si stupirebbe di vedere presto i prezzi a 4.000 dollari per tonnellata.
Per fare un cenno su cosa rappresenti la Russia sul mercato globale dei metalli (tralasciando tutte le altre commodities), si consideri che il paese produce circa il 6% dell’alluminio mondiale e rappresenta circa il 7% delle forniture minerarie globali di nichel. A questo si aggiungono quantità significative di palladio, di uranio, di oro, di acciaio, di terre rare, etc. etc.
Se le sanzioni occidentali contro la Russia avevano l’obbiettivo far diventare l’alluminio un metallo raro e prezioso, siamo sulla buona strada…
METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED