Ci occupiamo spesso del settore minerario e quindi di miniere di minerali ma, per chi non avesse mai sentito parlare di data mining, diremo subito che le due cose non hanno molto in comune.
Se non per il fatto che si tratta in entrambi i casi di miniere, nel primo caso di risorse naturali fisiche e nel secondo caso di risorse informative. Infatti, il data mining è proprio l’insieme di tecniche e metodologie per l’estrazione di sapere o conoscenze da grandi quantità di dati, utilizzandoli in modo scientifico e industriale.
Un settore che influenza quasi tutte le attività
Un argomento di grande interesse per tutti gli investitori, ma non solo. Infatti, questo settore sta influenzando radicalmente tutte le attività moderne, dai mezzi di comunicazione ai prodotti farmaceutici.
Nel 2015, secondo le stime più accurate disponibili, gli utenti dei social media erano 1,96 miliardi, ma nel 2016 questo numero arriverà a 2,13 miliardi.
Come noto, le persone trovano facile, utile e conveniente usare i social media e le applicazioni mobili, mentre le aziende sono interessate a questo business soprattutto per la raccolta dati, cioè il data mining.
La maggior parte dei siti gratuiti e delle applicazioni di social networking guadagna dalla raccolta dei dati degli utenti e dalla vendita di queste informazioni agli inserzionisti. Facebook è l’esempio per eccellenza: la piattaforma è gratuita per i consumatori, ma genera enormi ricavi attraverso gli annunci online.
Un’attività che può sembrare innocua ma che non sempre è così. Anche perché, nella maggior parte dei casi, i consumatori ignorano totalmente cosa sta succedendo ai loro dati personali.
Uno studio dell’Università di Harvard ha rilevato che il 73% delle 55 applicazioni più popolari su Android, condivide informazioni personali con siti web di terze parti. Sull’AppStore, quasi la metà delle 55 applicazioni prese in esame condivide i dati di localizzazione senza avvisare gli utenti. Comprensibilmente, i consumatori stanno cominciando a contrariarsi per questa mancanza di trasparenza.
“Data mining” per le scienze della vita
Un’altra tendenza importante che sta prendendo piede è l’impiego del data mining nelle cosiddette scienze della vita.
Uno studio condotto nel settore farmaceutico ha scoperto che le persone producono circa 2,5 milioni di terabyte di dati ogni giorno. Ma questo numero è destinato a crescere con l’adozione di nuove interfacce tecnologiche. Raccogliere, organizzare e capire questa enorme massa di dati può essere di grande aiuto per tutto il settore delle scienze della vita.
Ne è un esempio la raccolta dei dati genomici personali. Se nel 2001 leggere l’intero genoma umano aveva un costo di 95 milioni di dollari, oggi la stessa operazione viene a costare meno di 1.000 dollari. E nel 2016 il sequenziamento del gene diventerà ancora più semplice.
Tutte le tendenze del data mining sembrano indicare che nei prossimi anni il settore si rinforzerà ulteriormente, proseguendo nella trasformazione di moltissime attività economiche. Con ogni probabilità, ciò creerà nuove opportunità per tutti gli investitori più esperti e attenti ai nuovi trend.
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