Il più grande produttore di estrusi di alluminio della Cina e il secondo più grande al mondo è in fallimento. Un crollo tutt’altro che inaspettato, ma che avrà conseguenze sulle forniture globali di alluminio.
La scorsa settimana un tribunale di Shenyang ha avviato la procedura presentata dai creditori che, secondo le stime degli esperti, vantano circa 64 miliardi di dollari a fronte di attività dell’azienda di circa la metà.
Una crescita impressionante, così come la caduta
La storia di Zhongwang è quella di una crescita impressionante quasi quanto la sua caduta. Nel 2019 la capitalizzazione di mercato dell’azienda era di 3,8 miliardi di dollari e l’ascesa dell’azienda ha reso il fondatore dell’azienda, Liu Zhongtian, l’uomo più ricco della Cina nord-orientale. Zhongwang si era espansa nei mercati aerospaziale, marittimo e automobilistico e tutto sarebbe andato bene se l’azienda avesse mantenuto il suo ritmo di crescita e sviluppo.
Tuttavia, quando il boom si è interrotto, per Zhongwang sono arrivati i guai. Probabilmente, il colpo di grazia è arrivato con la volatilità di quest’anno sul mercato globale delle materie prime, in concomitanza con una debole governance aziendale.
Un mega-imbroglio sui dazi da 1,8 miliardi di dollari
La società si era anche fatta conoscere in Occidente nel 2019 per un mega-imbroglio da 1,8 miliardi di dollari, fatto di elusione di dazi all’importazione di alluminio negli Stati Uniti, così come per l’acquisizione di un estrusore di tubi in alluminio tedesco (Aluminiumwerk Unna).
A questo punto, secondo MetalMiner, sono in corso trattative per l’acquisto di alcune parti del gruppo, probabilmente da parte di imprese statali cinesi spinte e finanziate dal governo per mantenere una stabilità del mercato. Ma è abbastanza improbabile che Pechino voglia salvare l’azienda.
Quali saranno le conseguenze per le forniture di alluminio?
Zhongwang è, in termini di capacità, il più grande produttore asiatico di estrusi di alluminio. Di conseguenza, la chiusura degli stabilimenti del gruppo lascerebbe un buco considerevole nella fornitura di alluminio in Cina e in tutto il mercato asiatico.
Ma, come sanno tutti gli operatori del settore, le società falliscono ma gli impianti (le presse per estrusione in questo caso) non muoiono mai. Perciò, tutti si stanno domandando quale sarà l’impresa statale, cinese naturalmente, che rileverà gli impianti. Inoltre, potrebbe essere l’occasione per il governo cinese di rivedere la regolamentazione della supervisione statale sul settore privato.
In ogni caso a Pechino non piacciono per nulla fallimenti rumorosi e disastrosi come quello di Zhongwang e c’è da scommettere che farà qualcosa per evitare il ripetersi di altri casi.
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