Il coronavirus per il mercato dell’alluminio? Un trauma profondo

L’alluminio in Cina ha subito un duro colpo dall’infezione del nuovo coronavirus. Anche se si comincia a vedere la fine del tunnel, i prezzi del metallo non si riprenderanno tanto presto.

La Cina è il più grande consumatore e produttore al mondo di alluminio. Con questo in mente, le conseguenze delle misure prese dal governo cinese per contenere l’epidemia del nuovo coronavirus potrebbero essere peggiori di quanto si potesse immaginare.

Come ha rimarcato un recente articolo della Reuters, anche prima dell’epidemia il mercato globale dell’alluminio non era messo bene. Per la prima volta in oltre un decennio, lo scorso anno la domanda era leggermente diminuita, mentre la guerra commerciale e il rallentamento dei consumi del settore automobilistico hanno continuato a frenarla.

Tanto, troppo alluminio in Cina

Ma anche così, le industrie cinesi continuavano a sfornare alluminio e ad incrementare la capacità produttiva. Secondo il World Bureau of Metal Statistics, nel 2019 il mercato dell’alluminio era in eccedenza per circa 685.000 tonnellate (nel 2018 era di 118.000 tonnellate). Naturalmente, visto che la domanda è di oltre 62 milioni di tonnellate, si tratta di un surplus relativamente piccolo.

Tuttavia, il timore è che i produttori di semilavorati a valle saranno così duramente colpiti che i consumi in Cina crolleranno nel primo trimestre. Inoltre, le scorte primarie si accumuleranno rapidamente, come già accaduto dopo la crisi finanziaria globale del 2008.

Un duro colpo alla domanda

Considerando invece la domanda in Cina, il colpo è stato duro.

Secondo Reuters, le vendite di autovetture sono crollate del 92% nella prima metà di febbraio, pur essendo state revocate le restrizioni di movimento al di fuori della provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia.

Ma c’è anche una buona notizia. Un’indagine condotta da MetalMiner evidenzia che i produttori di semilavorati sono in gran parte tornati al lavoro. Quindi, se nel caso dell’alluminio le attività stanno rapidamente riprendendo, la stessa cosa dovrebbe succedere anche in altri settori. Insomma, se il lavoro è ripreso, riprenderanno anche i consumi. Certo, marzo sarà un mese fortemente depresso per la domanda e un mese difficile per molti produttori, ma la sensazione è che in Cina i tassi di infezione stiano rallentando in modo significativo e ad aprile l’economia potrebbe cominciare a riprendersi.

Ma per i prezzi dell’alluminio non c’è da sperare in una ripresa, visto che le scorte di alluminio accumulate fino ad aprile freneranno ogni aumento delle quotazioni, almeno fino alla fine dell’anno.

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