Ai confini del mondo, a caccia di metalli e minerali

In un pianeta diventato ormai troppo piccolo, trovare metalli e minerali da estrarre è sempre più difficile. Ma il discorso cambia nelle regioni polari…

L’esplorazione e l’estrazione mineraria sono lavori duri, pesanti e difficili. Ma l’umanità ha avuto migliaia di anni per imparare a farli.

Ai giorni nostri, poi, la tecnologia ha reso tutto più facile e un po’ tutti i metalli e i minerali sono più accessibili. Per esempio, si riesce ad estrarre rame da depositi di bassissima qualità oppure ad ottenere cobalto come prodotto secondario dall’estrazione di altri minerali.

Ma ci sono ancora frontiere fisiche che l’industria mineraria non è riuscita ad oltrepassare. Come nel caso di luoghi difficili da raggiungere e che sono ancora nel regno della fantascienza e dei venture capitalist.

Dal Polo Nord al Polo Sud

Agli estremi del nostro pianeta, è comincata la grande sfida per riuscire a sfruttare le risorse minerarie. Il freddo estremo e i drastici cambiamenti stagionali che possono fermare i trasporti, sono gli ostacoli principali.

Recentemente, l’attenzione dei mass-media internazionali si è concentrata sulla Groenlandia, quando Donald Trump ha detto che l’America vorrebbe comprarla, anche per le sue risorse minerarie. Mentre i groenlandesi e i danesi hanno risposto con sdegno che la Groenlandia non è in vendita, resta il fatto che metalli e minerali delle regioni polari del mondo fanno gola a molti paesi.

L’Artico russo

All’estremo nord, la Russia sta scommettendo sull’espansione nell’Artico, potenziando la propria flotta di rompighiaccio, installando nuove basi militari e con programmi di esplorazione sottomarina.

Inoltre, i russi nutrono grandi speranze per il passaggio a nord-est che collega Murmansk a Vladivostok, attraverso l’Oceano Artico. Questa regione del pianeta non è certo nuova per la Russia, visto che la sua principale area di produzione di nichel intorno alla città di Norilsk si trova all’interno del circolo polare artico.

L’Artico americano

Rispetto alla Russia, l’Artico nordamericano è sotto-esplorato e sottosviluppato. Ecco perché è così attraente per le società minerarie.

Di fatto, questa parte dell’Artico è rimasta isolata, molto di più delle zone meridionali del Canada dove è più facile accedere. Il governo di Nunavut, il territorio canadese più a settentrione (grande come tutta l’Europa occidentale), si attende l’inizio di uno sviluppo minerario.

In Antartide le cose sono ancora più difficili

Parlando invece dell’Antartide, le sfide per l’industria mineraria si presentano ancora più impegnative. Infatti, il continente più meridionale della Terra è quasi completamente non sviluppato, nonostante le sue risorse minerali siano nell’obbiettivo di molti paesi.

Per il momento, le idee per sfruttare tutte queste risorse sono solo di natura accademica. Ma, a medio-breve termine, grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, le cose potrebbero cambiare.

Non tutti comunque concordano che lo sfruttamento delle ricchezze minerarie dell’Antartide sarebbe un vantaggio. Secondo alcuni scienziati, l’Antartide è un posto speciale, che dovrebbe essere mantenuto il più incontaminato possibile. Insomma, una specie di enorme parco nazionale da lasciare in pace.

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