Cina, Fed e Grecia contro l’argento

La depressione colpisce il mercato dell’argento dopo la paura per la crisi greca e per il crollo delle borse cinesi. E anche la FED lancia segnali che allontanano gli investitori dai metalli preziosi.

Le speranze degli investitori in argento erano che i prezzi del metallo sarebbero aumentati a seguito delle preoccupazioni per gli avvenimenti in Grecia e in Cina.

Ma le cose sono andate diversamente e il metallo bianco ha preso una svolta decisa verso il peggio, scendendo al di sotto dei 15 dollari per oncia.

Improvvisamente, l’ansia dei mercati per la Grecia e per la Cina (“Il crollo delle borse in Cina e le materie prime“) sembra dissipata.

I funzionari dell’Unione Europea hanno approvato il terzo piano di salvataggio per la Grecia e i rubinetti dei finanziamenti greci verranno riaperti nei prossimi giorni.

Quando la paura cresce gli investitori comprano metalli preziosi. Quando i timori si dissolvono gli investitori si allontanano dai beni rifugio

Per quanto riguarda la Cina, le paure che la drammatica discesa delle borse potesse persistere e creare problemi diffusi sono rientrate. La maggior parte degli investitori cinesi sono ancora incerti su quale direzione potrà prendere la borsa cinese nelle prossime settimane.

Quando la paura cresce gli investitori comprano metalli preziosi, così come quando i timori si dissolvono gli investitori si allontanano dai beni rifugio, metalli preziosi compresi.

Ma, come se non bastasse, la presidente della Federal Reserve americana (FED), Janet Yellen, ha ribadito che con ogni probabilità i tassi di interesse negli Stati Uniti aumenteranno nel corso del 2015. Tassi più elevati riducono la convenienza di investire in metalli preziosi, dal momento che sono beni che non pagano interessi né forniscono rendimenti.

Se non ci saranno cambiamenti in Grecia o in Cina, i prezzi dell’argento sono destinati a soffrire ancora a lungo.

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