La Cina allenta i lockdown. Quali metalli ne beneficeranno?

Ecco quali sono i metalli che guadagneranno di più dall’allentamento dei blocchi pandemici cinesi. Ma, attenzione, gli esperti pensano che il COVID-19 sia tutt’altro che sconfitto in Cina…

Una megalopoli da 25 milioni di persone trasformata in città-fantasma. È quanto accaduto a Shanghai ad aprile di quest’anno, costretta in lockdown dall’aumento di casi di COVID-19. Fabbriche, centri produttivi e logistici sono rimasti chiusi per settimane ma ora, finalmente, si vede la luce in fondo al tunnel. Infatti, il governo cinese sta adottando alcune caute misure per riaprire l’economia.

La Cina è uno dei maggiori consumatori di materie prime metalliche e, negli ultimi mesi, metalli come rame e alluminio hanno sofferto considerevolmente per una domanda cinese congelata dai lockdown pandemici. Anche l’argento è precipitato (spinto dalle politiche monetarie più restrittiva della FED), così come il palladio e il platino, colpiti dal crollo della produzione automobilistica.

Ma adesso che il gigante asiatico sta uscendo dall’incubo del COVID-19, gli investitori sperano che rame e alluminio possano godere di una ripresa. D’altronde, la Cina rappresenta oltre la metà della domanda mondiale di rame, oltre ad essere il più grande consumatore di alluminio raffinato al mondo.

Uno shock economico per Shanghai, ma adesso riapre

I casi di COVID-19 a Shanghai sono diminuiti di oltre il 45% negli ultimi giorni, portando alla graduale revoca delle restrizioni nei trasporti pubblici, nei luoghi di aggregazione e di intrattenimento, nonché negli uffici e nelle fabbriche.

Shanghai ha un’attività economica di circa 600 miliardi di dollari che, durante i lockdown, si è ridotta di circa il 50%. In aprile la produzione industriale è scesa di circa il 61,5% su base annua, con le vendite al dettaglio in calo di circa il 48,3%, sempre su base annua. Il Caixin Manufacturing PMI è sceso a 46, un minimo di due anni, una chiara evidenza della contrazione dell’attività industriale.

Ma, adesso, tutto cambia e, con la rimozione delle restrizioni, la produzione delle imprese può ripartire. Inoltre, il governo cinese ha redatto un piano in 50 punti per rilanciare l’economia di Shanghai con la riduzione delle tasse su alcune vendite di auto, con sussidi per le auto elettriche e misure per spingere il settore immobiliare.

Quali saranno i metalli che guadagneranno?

I prezzi del rame e dell’alluminio non se la passano certo troppo bene dopo la caduta delle ultime settimane. Il rame è sceso di circa l’11% da metà aprile, mentre l’alluminio è sceso di circa il 25% dai suoi massimi storici di marzo. Visto che entrambi i metalli dipendono fortemente dalla manifatturiera cinese, gli investitori sperano che le misure adottate dal governo per sostenere l’aumento della produzione industriale e il settore immobiliare possano dare una spinta alla domanda di questi metalli di base.

Anche l’argento, sceso di quasi il 18% da metà aprile, potrebbe beneficiarne. Infatti, la Cina è uno dei principali consumatori di argento per usi industriali, soprattutto per l’elettronica di consumo e per il fotovoltaico. Stesso discorso per l’oro, sceso di quasi l’8% nello stesso periodo, che potrebbe avvantaggiarsi della riapertura dei negozi di vendite al dettaglio di gioielli nel paese che risulta essere uno dei principali consumatori di gioie d’oro.

Sulla stessa linea platino e palladio, che hanno registrato crolli rispettivamente del 7% e del 19% da metà aprile. La produzione e le vendite di automobili cinesi sta cominciando lentamente a migliorare e il consumo di platino e palladio per i catalizzatori delle auto dovrebbe crescere.

Ma il rischio pandemico è ancora presente

Qualcuno nutre ancora dubbi su una rimozione delle restrizioni troppo repentina, che potrebbe comportare una ripresa dei casi di COVID-19, come accaduto di frequente negli ultimi due anni. Secondo Statista, circa l’87% della popolazione cinese è attualmente vaccinata con due dosi. I principali vaccini sono CanSino, Sinopharm, ZF2001 e Sinovac che, secondo i critici, non sono troppo efficaci.

Per questi motivi, molti investitori non si illudono che il COVID-19 in Cina sia finito, ma per i prossimi mesi sono cautamente ottimisti.

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