Chiude un’altra fonderia di alluminio. Settore in crisi esistenziale

Un’altra fonderia europea di alluminio, la Speira Gmbh, sta chiudendo. Un effetto provocato dalla crisi energetica che sta lacerando il tessuto industriale del nostro continente.

Il settore dell’alluminio in Europa continua a lacerarsi. Un’altra fonderia chiude per la crisi energetica che ha avviato la deindustrializzazione del nostro continente, riducendo ulteriormente le forniture di una materia prima critica.

Mentre alla gran parte dei cittadini europei viene fatto credere che il brusco calo dei prezzi dell’energia elettrica e del gas rispetto ai picchi dello scorso anno abbia risolto gran parte dei problemi, i livelli raggiunti dai costi energetici rimangono comunque insostenibili per molte attività produttive.

L’industria europea dei metalli è sprofondata in una crisi esistenziale

Ecco perché Speira Gmbh ha annunciato che chiuderà quest’anno il suo stabilimento di Rheinwork, in Germania. La drastica decisione arriva dopo che la società, a settembre dello scorso anno, aveva tagliato del 50% la produzione di alluminio in seguito all’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas che ha fatto precipitare l’industria europea dei metalli ad alta intensità energetica in una crisi esistenziale.

Lo smelter di Speira sarà sottoposto a manutenzione a lungo termine, nella speranza che possa riaprire nel caso in cui le condizioni economiche dovessero migliorare. Ma, come ben sanno tutti gli operatori del settore, il riavvio di una fonderia è lento e costoso, tanto che tutti gli impianti nella regione che erano stati chiusi in periodi di crisi precedenti non sono mai stati riaperti.

Speira ora si concentrerà esclusivamente sul riciclo e sulla trasformazione dell’alluminio in prodotti a più alto valore aggiunto.

La concorrenza degli Stati Uniti

Nonostante alcune fonderie si siano riprese nel corso delle ultime settimane, l’ondata di deindustrializzazione che sta travolgendo l’Europa non si ferma, mentre i politici europei non riescono o non vogliono trovare una soluzione.

In un contesto globale in cui le catene di approvvigionamento di materie prime critiche si stanno indebolendo, perdere le forniture locali di alluminio sembra un paradosso. Tanto più che la Commissione Europea dice di voler produrre localmente almeno il 40% dei consumi annuali di materie prime strategiche entro il 2030.

Oltre all’enorme problema degli alti prezzi dell’energia, il sistema industriale europeo rischia di perdere terreno anche per la concorrenza degli Stati Uniti, molto più attrattivi per gli investimenti grazie ai bassi costi dell’energia e ai miliardi di dollari di sussidi del controverso Inflation Reduction Act (IRA).

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