Il governo spagnolo ha deciso la scorsa settimana di introdurre una serie di misure shock per combattere il caro bollette di elettricità e gas. Si tratta di misure temporanee con effetto immediato, che dovrebbero riportare le bollette dei consumatori ai livelli del 2018.
Arrestare immediatamente il caro bollette
L’obbiettivo dell’intervento dello Stato è di arrestare immediatamente l’effetto che il prezzo dell’elettricità sta avendo su altri settori dell’economia, compreso il suo impatto sull’inflazione e sulla competitività industriale del paese. Si spera di arrivare a ridurre del 30% la bolletta dei consumatori.
I prezzi dell’elettricità sono determinati dalle quotazioni del gas naturale, causa principale, insieme al mercato dei diritti della CO2, dell’aumento dei prezzi dell’energia. Quindi, alcune fonti energetiche hanno prezzi alti soltanto perché sono indicizzate con i prezzi del gas naturale, facendo redditi in eccesso durante l’attuale situazione eccezionale.
L’alto prezzo del gas è dovuto alla forte domanda dalla Cina e alle restrizioni della Russia per le forniture all’Europa. Naturalmente, è un grosso problema che investe tutto il continente, Italia compresa.
Le misure di emergenza del governo spagnolo si concentrano sulle fonti senza emissioni, cioè nucleare e idroelettrico, attraverso una serie di aste organizzate dal regolatore. Gli operatori dovranno offrire contratti forward annuali per il 25% della generazione di ciascun impianto sulla base di una media di 10 anni. Il meccanismo prevede un prezzo di riserva calcolato tra le società stesse e il regolatore.
Una situazione energetica di una gravità senza precedenti
Inoltre, vengono introdotte sostanziali modifiche fiscali, tra cui una riduzione dell’imposta sull’elettricità dal 5,1% allo 0,5% e l’estensione della sospensione dell’imposta sulla generazione del 7% per il quarto trimestre. Il surplus di 900 milioni di euro derivante dalla vendita dei permessi di CO2 sarà destinato a ridurre le bollette dei consumatori. L’IVA per l’energia elettrica per il 2021 era già stata ridotta dal 21% al 10%.
Ma quello che fa meglio capire la gravità della situazione è il clawback su tutte le centrali non emettitrici oltre i 10 MW fino al 31 marzo 2022. In altre parole, dovranno restituire i soldi incassati in eccesso. Secondo Royal Bank of Canada, ci sarà un impatto di circa 1 miliardo di euro per Iberdrola, 900 milioni di euro per Endesa, 200 milioni di euro per Naturgy e 55 milioni di euro per EDP e Acciona Energia.
La Spagna sta facendo da apripista per altri paesi europei strangolati dai costi energetici troppo alti?
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