Capire domanda/offerta di cromo. Tutti i perché di un mercato squilibrato

La Cina, principale produttore di acciaio inossidabile e di ferrocromo, è povera di risorse di minerale di cromo e dipende dalle importazioni.

Qualcuno potrebbe rimanere sorpreso dal sapere che la Cina, il più importante produttore di acciaio inossidabile e di ferrocromo del mondo, non possiede grandi miniere di questo minerale. Infatti, importa oltre il 98% del minerale di cromo di cui ha bisogno.

Nel mondo, le riserve di minerale di cromo si attestano a circa 570 milioni di tonnellate (dati 2021). Di queste, 230 milioni si trovano in Kazakistan (40% delle riserve totali), 200 milioni in Sudafrica (35% delle riserve totali) e 100 milioni in India (18% delle riserve globali). Questi 3 paesi, da soli, rappresentano il 93% delle riserve accertate globali.

La Cina ha tante risorse minerarie, ma non il cromo

In Cina, invece, le riserve di cromo sono molto scarse, con solo 11,41 milioni di tonnellate di riserve identificate, principalmente in aree remote come il Tibet, lo Xinjiang e il Gansu.

Prendendo poi in considerazione la produzione mondiale, osserviamo una crescita costante dal 2010, con solo 5 paesi produttori: Sudafrica, Kazakistan, Turchia, India e Finlandia.

Riassumendo, la Cina produce la maggior parte dell’acciaio inossidabile mondiale ma dipende fortemente dalle importazioni di cromo, che sono vulnerabili alla situazione internazionale, alla geopolitica, alle politiche estere, alla situazione delle miniere d’oltremare, ai costi di spedizione e a una serie di altri fattori.

Ecco perché, per contrastare l’instabilità dell’offerta, la Cina mantiene sempre scorte di minerale di cromo al porto che potrebbero sostenere il consumo per 1 o 2 mesi. L’inventario portuale del minerale di cromo cinese è quindi diventato un barometro della situazione della domanda e dell’offerta oltre ad essere strettamente correlato ai prezzi del minerale di cromo.

Tutto ruota intorno alle scorte nei porti

Anche se il volume delle importazioni cinesi di minerale di cromo è continuato ad aumentare, le scorte portuali sono diminuite dal 2011 al 2016 e si sono attestate a 872.000 tonnellate a ottobre 2016. Dal 2016 al 2021, con lo sviluppo dell’industria cinese delle ferroleghe e con le grandi fluttuazioni dei prezzi di quegli anni, le grandi imprese di ferrocromo hanno fatto meno affidamento sugli acquisti spot e hanno aumentato gli acquisti di futures. Nel frattempo, i commercianti di dimensioni medio-grandi hanno cercato di aumentare le loro scorte portuali. A dicembre 2021, le scorte di minerale di cromo nei porti di tutta la Cina ammontavano a 4,18 milioni di tonnellate.

Proprio a fine 2021, con la caduta delle restrizioni produttive in Cina, i produttori di ferrocromo hanno incrementato la loro produzione, raggiungendo un massimo storico di 638.900 tonnellate (dicembre 2021). Mentre il consumo di cromo cresce, l’offerta fatica a tenere il passo con la rapida crescita della domanda e le scorte portuali calano costantemente.

In termini di prezzi, nell’ultimo decennio, il minerale di cromo è quasi sempre stato stabile intorno ai 35 yuan/mtu (mtu è un’unità di peso utilizzata nell’estrazione mineraria per misurare la massa del metallo in un minerale). Nel 2016-2017, il prezzo spot del concentrato di minerale di cromo sudafricano (grade 40-42%) è aumentato fino ad un massimo di 76 yuan/mtu. Successivamente, dalla fine del 2021, i prezzi del minerale di cromo sono arrivati a 56 yuan/mtu, un nuovo massimo dal 2017.

Tutto ciò considerato, adesso dovrebbe essere chiaro anche a chi non conosce questo mercato quanto siano importanti i livelli delle scorte portuali per i prezzi del cromo. Insomma, per capire quale direzione prenderà il mercato del cromo, occhio alle scorte portuali cinesi!

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