Il campanello d’allarme dei tassi in dollari

I tassi d’interesse sul dollaro americano segnalano che sta arrivando un temporale su tutti i mercati finanziari mondiali.

I tassi LIBOR in dollari stanno mettendo sotto pressione l’economia globale e, se continueranno nella crescita, causeranno un notevole stress sui mercati del credito e sui mercati azionari.

Il tasso LIBOR (London Interbank Offered Rate), riferito al dollaro americano, è uno dei pochi strumenti finanziari sui tassi di interesse che si muove liberamente, spinto soltanto dalle forze di mercato. Quest’anno il suo livello è triplicato, arrivando allo 0,88% (tasso a 3 mesi) sui timori di inflazione e sull’attesa che la Federal Reserve americana (FED) dovrà alzare i tassi in tutta fretta.

L’allarme su quello che potrebbe succedere è stato lanciato dal quotidiano britannico The Telegraph che, anche se è spesso accusato di eccessivo pessimismo, questa volta potrebbe avere ragione. Vediamo perché.

I movimenti bruschi del Libor in dollari potrebbero avere un impatto significativo non solo sui mutui o sui prestiti alle aziende, ma anche sul mercato dei prestiti leveraged, dal momento che è usato come base per il 90% di questi (parliamo di un mercato da 900 miliardi di dollari). Un problema che non investe soltanto gli Stati Uniti, ma circa il 60% dell’economia globale, quella cioè legata al dollaro.

I mercati del credito sentono i brividi della paura molto tempo prima dei mercati azionari

In Arabia Saudita i tassi interbancari a 3 mesi sono già saliti al 2,4%, il punto più alto da quando c’è stata la crisi finanziaria del 2009. Forse è un effetto dovuto al LIBOR in dollari o forse al peggioramento finanziario per il deterioramento dell’economia saudita.

Gli operatori finanziari sono convinti che il LIBOR stia correndo in avanti, lasciandosi dietro, in clamoroso ritardo, la FED. E, come molti sanno, i mercati del credito sentono i brividi della paura molto tempo prima dei mercati azionari.

Un improvviso aumento dei tassi porta ad un drenaggio di liquidità del sistema, un modello che si è sempre ripetuto prima di ogni stress finanziario nel corso degli ultimi anni. A catena, potrebbe colpire drammaticamente i mercati azionari, come qualcuno teme, già a partire dal prossimo anno.

Il sistema è estremamente fragile e la FED ne è pienamente consapevole visto che fino ad ora non ha osato alzare i tassi d’interesse e potrebbe non farlo anche nei prossimi mesi.

L’andamento del LIBOR sul dollaro non significa necessariamente che siamo alla vigilia di un crollo del mercato azionario, ma che presto potrebbe risultare impossibile alzare i tassi di interesse. D’altronde, la crescita globale sembra decisa a mantenere a lungo il passo della lumaca.

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