Esistono molte ragioni per cui gli investitori sono sempre più interessati alle società attive nel settore del litio.
Alcuni, a seguito del crollo dei prezzi delle materie prime, oro e argento compresi, hanno già investito sul litio. Altri, sono nuovi investitori attirati dalle prospettive e dai nuovi progetti di Elon Musk e Tesla Motors circa la Gigafactory di batteria agli ioni di litio.
Per ogni investitore è però indispensabile conoscere i principi fondamentali che regolano il mercato, per poter investire con cognizione di causa anche sul mercato azionario di questo comparto.
Il litio è un metallo morbido, di colore bianco-argento e viene utilizzato in alcuni prodotti farmaceutici, nella ceramica, nei grassi lubrificanti e nei vetri resistenti al calore. Ma l’utilizzo più conosciuto e che sta crescendo più rapidamente è certamente quello delle batterie agli ioni di litio, che hanno invaso la vita di tutti grazie all’energia che forniscono ai telefoni cellulari, laptop e automobili elettriche.
Depositi di litio sono presenti in tutto il mondo, ma la miniera da roccia più grande è quella di Greenbushes in Australia. Tuttavia, la maggior parte della produzione mondiale proviene da salamoie naturali, soprattutto in Cile e in Argentina. Inoltre, in Bolivia esistono le più grandi riserve del mondo di litio. L’Australia è stato il più grande produttore del mondo nel 2014, seguita da Cile e dalla Cina.
Quale è lo stato attuale del mercato del litio?
Di certo, il primo attore è Tesla, il celebre produttore californiano di auto elettriche, che ha alimentato molti entusiasmi nel settore del litio per i suoi piani di costruire una Gigafactory per la produzione di batterie. Secondo Benchmark Mineral intelligence, la nuova fabbrica della Tesla, che sorgerà in Nevada, potrebbe avere bisogno fino a 25.000 tonnellate di litio entro il 2020 (circa il 20% di tutta la produzione del mondo), ma non è l’unico impianto che verrà realizzato.
A fine agosto, Tesla ha stipulato il suo primo contratto, in verità molto criticato, per la fornitura di litio con la Bacanora Minerals.
Non ci sono molte possibilità di sostituire il litio nelle batterie con un altro materiale, ammesso che ne valga la pena dal momento che non rappresenta un costo enorme per una batteria. Ragione per la quale i produttori di batterie potranno tranquillamente assorbire aumenti di prezzo nel corso dei prossimi anni.
Tutto questo, in un contesto dove la domanda degli altri settori che utilizzano questo metallo non accenna a diminuire.
In altre parole, il mondo sta andando verso un periodo in cui ci sarà bisogno di grandi quantità di litio.
Ma quali sono le società impegnate nel settore e sulle quali un investitore potrebbe rivolgere la propria attenzione?
Innanzitutto, va considerato che non esiste sovraffollamento nel settore. Esistono infatti le cosiddette Big 3, un gruppo di aziende chimiche di grandi dimensioni, che producono la maggior parte del litio del mondo e i cui ricavi sono costituiti solo in minima parte da questa attività. Poi ci sono alcune cosiddette junior company.
Le Big 3 sono: Sociedad Quimica y Minera de Chile, Albemarle e FMC. La Rockwood Lithium, tra le principali aziende del settore, è stata acquistata da Albemarle nel 2014.
Altre aziende, di dimensioni assai minori rispetto alle Big 3, includono:
- Orocobre,
- Nemaska Lithium,
- Lithium Americas,
- Pure Energy Minerals,
- Houston Lake Mining,
- Dajin Resources.
Infine, va considerato che non è facile valutare i prezzi del litio per chi non è del settore. Infatti, i prezzi non vengono negoziati su nessun mercato pubblico e i grandi produttori, spesso e volentieri, non rilasciano statistiche a riguardo. L’unica possibilità di fare qualche valutazione è quella di affidarsi ai report degli esperti del settore che, in questo momento, prevedono un aumento dei prezzi del 15% nel brevissimo termine.