Il boom dei veicoli elettrici in Cina porterà ad un crollo del petrolio?

I prezzi del petrolio potrebbero crollare a 10 dollari al barile nel giro di pochi anni, mentre la rivoluzione dei veicoli elettrici spazzerà via per sempre 8 milioni di barili al giorno.

La rapida adozione di veicoli elettrici in Cina potrebbe provocare un calo dei prezzi del petrolio a 10 dollari al barile. Secondo, Longview Economics, una società inglese specializzata in analisi di mercato, è ciò che succederà in meno di un decennio.

I veicoli elettrici (EV) stanno crescendo e, anche se rappresentano ancora una piccola fetta del mercato automobilistico, sempre più analisti si stanno rendendo conto che avranno una così rapida diffusione nel corso del prossimo decennio da impattare enormemente sul mercato petrolifero.

Negli ultimi due anni c’è stato un brusco cambiamento e, dall’idea che il mercato della mobilità elettrica fosse una nicchia anche nelle previsioni a lungo termine, si è passati alla convinzione che avrà quote di mercato maggiori dei tradizionali motori a combustione interna. I principali motivi di questo cambiamento sono dovuti a un atteggiamento favorevole della politica e ai progressi tecnologici del settore, che stanno conducendo verso la rivoluzione dei veicoli elettrici.

Secondo Bloomberg, la discesa dei costi delle batterie ha reso molto più competitivi gli EV, che potrebbero diventare più economici dei veicoli a benzina o diesel tra il 2025 e il 2029. Entro il 2040 si prevede che i veicoli elettrici costituiranno la metà di tutte le vendite di auto nuove.

Entro il 2040 si prevede che i veicoli elettrici costituiranno la metà di tutte le vendite di auto nuove

Ma questa tendenza potrebbero accelerare ulteriormente grazie agli interventi dei governi. Il Regno Unito e la Francia hanno dichiarato la fine del motore a combustione interna, proibendone le vendite entro il 2040. La Cina e l’India si stanno muovendo nella stessa direzione e, se giocheranno d’anticipo, potrebbero stravolgere velocemente tutto il mercato globale.

La Cina da sola, essendo il più grande mercato automobilistico mondiale, potrebbe innescare una corsa agli EV non appena avrà formulato le sue politiche circa la mobilità elettrica. Il paese, che è anche il più grande importatore di petrolio al mondo, ha diverse motivazioni per passare all’elettrico, sia economiche che ambientali. Secondo il Financial Times, il governo cinese prevede di produrre 7 milioni di EV all’anno entro il 2025, spendendo oltre 60 miliardi di dollari per sovvenzionare il settore tra il 2015 e il 2020.

Inoltre, un numero crescente di produttori di automobili ha annunciato importanti cambiamenti nelle proprie flotte e, nei prossimi cinque anni, è in arrivo un’ondata di nuovi modelli elettrici.

Secondo Bloomberg New Energy Finance, entro il 2040, il mercato dell’elettrico spazzerà via per sempre 8 milioni di barili al giorno di petrolio. Una previsione che ha fatto correre i brividi lungo la schiena ai più importanti dirigenti delle multinazionali petrolifere.

Ecco perché le società del petrolio stanno correndo ai ripari. Royal Dutch Shell, per esempio, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, ha appena deciso di acquistare NewMotion, il più grande proprietario di stazioni di ricarica EV in tutta Europa.

Per tutti questi motivi, Longview Economics è assai pessimista sulle prospettive dei prezzi del petrolio nei prossimi anni. Anche la gigantesca IPO di Saudi Aramco andrebbe interpretata con questa chiave di lettura: l’Arabia Saudita cerca di monetizzare le proprie ricchezze prima che il petrolio arrivi a 10 dollari al barile.

Anche se attualmente sono in pochi a vedere un futuro così drammatico per il petrolio, sono sempre di più gli analisti che credono che la rivoluzione dell’auto elettrica arriverà più velocemente di quanto ci si aspettasse fino a poco tempo fa.

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