Per i prezzi dei metalli non può esserci cosa peggiore di un mercato cinese incamminato verso un disastro. Purtroppo, proprio quello che sta avvenendo in Cina, dove le prospettive economiche sono orribili.
Lo evidenzia anche un articolo del Financial Time che, impietosamente, dice che il paese è incamminato verso degli obbiettivi impossibili da raggiungere. Una crescita del PIL del 5,5%, con un rapporto debito/PIL stabile e politiche zero-COVID, sono soltanto una pia illusione, che chiunque guardi alla realtà odierna non può fare a meno di considerare come irrealizzabili.
Giù le vendite al dettaglio, la produzione industriale, l’attività immobiliare, etc. etc.
I dati di aprile mostrano vendite al dettaglio diminuite dell’11% rispetto all’anno precedente, a fronte di un calo previsto inferiore al 7%. La produzione industriale è scesa del 2,9%, con la produzione di auto in calo del 41%. La crescita delle esportazioni è stata del 4%, in forte rallentamento rispetto alla crescita del 15% di marzo. L’attività immobiliare è crollata, con le nuove costruzioni in calo del 44%. Inoltre, i crediti non crescono, mentre calano i prestiti alle famiglie, calano i prestiti alle imprese a medio e lungo termine e rallentano le emissioni di titoli di Stato. In altre parole, siano di fronte ad una riduzione degli investimenti e delle attività.
In questo contesto, il pessimismo circa la domanda interna di metalli è d’obbligo. Se è vero che la produzione di metalli in Cina si è ripresa dalle restrizioni energetiche dello scorso anno, la domanda non si è ripresa per nulla. Tanto è vero che, come ha recentemente scritto Reuters, il metallo sta uscendo dal paese a ritmi senza precedenti.
Le esportazioni cinesi di tutti i metalli sono aumentate in modo significativo nel corso di quest’anno, anche per metalli come il rame e il nichel, tradizionalmente importati nel paese.
Record di esportazioni di alluminio
A marzo, la Cina ha esportato 45.260 tonnellate di alluminio primario. Questo rappresenta il totale mensile più alto da aprile 2010, nonostante il peso di una tassa all’esportazione del 15%. Allo stesso tempo, le esportazioni di semilavorati metallici sono aumentate. Stessa cosa per le esportazioni di zinco e di piombo raffinato, aumentate quest’ultime a 98.000 tonnellate l’anno scorso e a 38.000 tonnellate solo nei primi tre mesi del 2022.
Come è possibile un’aumento delle esportazioni così grande? La risposta è la bassa domanda interna che genera prezzi locali dei prodotti primari e dei semilavorati inferiori rispetto al resto del mondo.
Naturalmente, un’offerta di metallo in crescita sui mercati globali è una buona notizia per i consumatori, che dovrebbero beneficiare di prezzi più bassi. Tuttavia, che l’economia cinese stia entrando in un periodo buio e di bassa crescita non fa ben sperare per le prospettive dell’economia globale.
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