Argento: c’era una volta tanto ottimismo…

Che cosa è successo all’argento con il coronavirus? Tutti gli sviluppi e gli aggiornamenti dei prezzi ma, soprattutto, cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.

Gli ultimi mesi sono stati da cardiopalmo per gli investitori in argento.

Gennaio e febbraio sono stati mesi tranquilli, con le quotazioni che oscillavano intorno ai 18 dollari per oncia, arrivando a toccare i 18,60 dollari. Ma la pace è durata poco…

Infatti, a marzo i prezzi dell’argento sono crollati, toccando verso la metà del mese 11,94 dollari, il punto più basso in oltre 10 anni. Poi, fortunatamente, il metallo è aumentato di settimana in settimana fino ad arrivare a circa 15 dollari l’oncia.

Ottimisti prima del coronavirus

Prima che l’effetto coronavirus si abbattesse sui mercati globali, c’erano aspettative positive per il futuro dell’argento e il Silver Institute prevedeva un aumento del 3% della domanda per la prima volta in due anni. Adesso, le crescenti preoccupazioni sugli impatti del COVID-19 sull’economia cinese e su tutto il settore industriale hanno cambiato tutto. L’argento, come noto, ha una stretta correlazione con la domanda e il consumo industriali.

Anche se si spera che l’argento possa crescere nei portafogli degli investitori come bene rifugio, anche a causa di una carenza di metallo fisico, non potrà certo competere con l’oro. Il metallo giallo ha beneficiato, e continuerà a farlo, delle incertezze macroeconomiche e geopolitiche che in questi mesi non mancano.

Inoltre, la maggior parte delle aziende che vendono metalli preziosi hanno preferito commercializzare oro piuttosto che argento.

E adesso come si muoveranno i prezzi?

Cominciamo con il dire che il prezzo dell’argento potrebbe essere sostenuto da un calo della produzione. Nei prossimi due anni potremmo perciò assistere ad una carenza di offerta fisica di monete d’argento.

Tuttavia, la maledizione del mercato è il calo della domanda nel settore industriale, che sta ancora affrontando interruzioni e chiusure della catena di approvvigionamento. Di fatto, ci troviamo all’inizio di una depressione economica, che si spera possa essere attenuata dagli interventi dei governi e delle banche.

Come accennato, in questo contesto, la domanda di argento da parte degli investitori potrebbe aumentare in modo significativo, con un effetto positivo per i prezzi. Naturalmente, questa domanda si dissiperebbe se il mondo si liberasse del virus, ritornando alla vita normale.

Secondo CPM Group, l’argento potrebbe risalire sopra i 16 dollari entro la fine di aprile. Se così fosse, per il resto dell’anno il metallo potrebbe raggiungere anche una media di circa 18 dollari.

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