Nel corso del 2017, l’argento si è comportato peggio dell’oro, con un aumento inferiore del 10%.
Circa un anno fa (settembre 2016), l’argento valeva oltre 20 dollari per oncia, per poi scendere al livello minimo di 15,63 dollari nel corso di dicembre. All’inizio del 2017 ha registrato un buon recupero fino a 18 dollari ma, dopo poco tempo (luglio 2017), ha toccato il minimo di 15 mesi a 15,19 dollari. Ad oggi (5 ottobre), la sua quotazione è di 16,61 dollari.
Secondo TD Securities, la media dei prezzi durante i tre mesi che ci separano dalla fine dell’anno sarà di 17,25 dollari. Ciò riflette la constatazione che, anche nei momenti migliori di quest’anno, l’argento non ha fatto meglio dell’oro, un comportamento anomalo rispetto al passato. Probabilmente, il mercato continua ad essere preoccupato per l’andamento della domanda nel lungo termine.
La domanda di lingotti e di monete ha accusato un calo nel 2017, soprattutto a causa della frenata del mercato indiano, le cui importazioni sono scese del 60% su base annua. Da quando in India il governo ha dichiarato guerra al denaro in nero, comprare argento per investire proventi non dichiarati al fisco è diventato più difficile.
Per Metal Focus, anche se per l’anno prossimo è previsto un recupero dei lingotti e delle monete d’argento, gli importanti mercati dell’India e degli Stati Uniti rimarranno deboli.
Un po’ meglio la domanda industriale di argento che, nel 2018, dovrebbe crescere del 2%, grazie al settore solare e al settore automobilistico. Tuttavia, il mercato rimarrà in surplus per il terzo anno consecutivo.
Ma per capire come si comporteranno i prezzi nei prossimi mesi, sarà indispensabile guardare alle decisioni della Federal Reserve americana (FED) in materia di tassi. Se, come sembra, aumenterà i tassi a dicembre e, con ogni probabilità, almeno altre due volte nel corso del 2018, i mercati dell’oro e dell’argento ne beneficeranno.
Infine, sarà decisivo il fattore Trump. Le dichiarazioni del Presidente americano circa la riforma fiscale hanno provocato molte aspettative che, se si dovessero sgonfiare perché erano solo promesse per vincere la campagna elettorale, gli investitori ritornerebbero in gran numero sui metalli preziosi, oro e argento in testa.
METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED