Argento: finisce un anno di surplus fisico

Per la prima volta da quattro anni, l’argento si è trovato in surplus fisico. Ecco i principali temi che hanno mosso il mercato nell’anno che sta per terminare.

Mentre il 2016 aveva visto l’argento superare i 20 dollari per oncia, il 2017 non è stato un anno di grandi performance.

Durante tutto l’anno, l’argento si è mosso tra i 15 e i 18 dollari, con una media annua di 17,13 dollari, quasi identica a quella del 2016 di 17,14 dollari. Oggi (venerdì 1 dicembre), il metallo bianco valeva 16,44 dollari, circa il 3,5% in più da inizio anno.

Tuttavia, il dato più sorprendente di quest’anno è il surplus fisico che, secondo Thomson Reuters GFMS, sarà di circa 910 tonnellate. Un piccolo surplus ma un segnale molto forte, dal momento che arriva dopo quattro anni consecutivi di deficit.

La produzione mineraria mondiale, nel 2017, dovrebbe assestarsi a poco meno di 25.000 tonnellate

La produzione mineraria mondiale, nel 2017, dovrebbe assestarsi a poco meno di 25.000 tonnellate, in calo del 2% rispetto all’anno scorso. Cile e Australia sono i paesi che hanno inciso maggiormente al calo.

Considerevole il fermo della produzione verificatosi tra luglio e settembre in una delle miniere più grandi del mondo, la miniera Escobal della Tahoe Resources, a causa di una sospensione della licenza da parte della Corte Suprema del Guatemala.

La produzione mineraria in calo è stata però compensata dall’aumento della disponibilità di rottami, in crescita dell’1% rispetto al 2016.

Dal lato della domanda fisica, nel 2071 si è assistito ad un calo del 5%, guidato dalla discesa degli investimenti e parzialmente compensato da un modesto aumento dei gioielli e della fabbricazione industriale. Per monete e lingotti, invece, calo drastico del 37%, abbandonati dagli investitori a favore di attività più rischiose, rese attraenti dal crescente ottimismo circa le prospettive economiche mondiali.

Questa sostanziale stabilità del mercato ha giocato a favore delle aziende del settore, molte delle quali continuano ad essere ottimiste circa le prospettive dell’argento e dei metalli preziosi in genere.

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