La Provenza, la bellissima regione nel sud-est della Francia, in giugno e luglio si colora in modo spettacolare a causa delle numerosi piantagioni di lavanda. Tutta la regione diventa una grande pianura viola.
La lavanda è indissolubilmente legata alla Provenza, proprio come gli aranci sono legati alla Sicilia. È l’anima della regione e i campi di questa pianta spaziano dalle Alpi alla Haute Provence e fino a Vaucluse, cioè praticamente in tutta la Provenza.
Furono i Romani che portarono la pianta in Provenza, 2000 anni fa, mentre le condizioni climatiche favorevoli fecero crescer spontaneamente la lavanda su vaste aree della regione. Tuttavia, fu solo nel Medioevo che la lavanda cominciò ad essere usata dalle popolazioni locali. Alla fine del 19° secolo, era coltivata su tutte le colline della Provenza. Fu l’inizio di una vera industria, che ha reso la Provenza la regione più famosa al mondo per quanto riguarda le piantagioni di lavanda.
Comunque, la forte domanda di lavanda cominciò a nascere quando Grasse divenne la capitale mondiale dei profumi, grazie a famosi profumieri come Galimard, Molinard e Fragonard che fecero sì che i francesi e il mondo intero si innamorassero dei loro profumi.
L’oro blu della Provenza
Nell’epoca eroica della nascita dei profumi, la lavanda era così costosa e difficile da trovare, che era conosciuta come “l’oro blu“.
Senza timore di smentita, si può dire che la lavanda è un profumo francese. Oggi, la regione della Provenza produce oltre 170 tonnellate di olio essenziale di oro blu ogni anno. Una vera e propria risorsa naturale.
La pianta cresce ad altitudini comprese tra 600 e 1.400 metri. I fiori sono completamente aperti a luglio, ma da metà giugno i campi sono già coperti con diverse sfumature di viola e il profumo di lavanda è ovunque. Poi, ad agosto, i fiori assumono una tonalità più blu, ma la maggior parte della lavanda non rimane nei campi fino ad allora. Viene infatti tagliata durante l’alta stagione, a luglio, quando è più adatta per essere utilizzata per profumi, cosmetici o medicinali.
Per ottenere un litro di essenza servono oltre 100 chilogrammi di lavanda. Inoltre, viene ancora raccolta manualmente da molti coltivatori, per prevenire eventuali danni causati al prezioso fiore con metodi di raccolta meccanici.
Ma esiste anche il lavandino
In Provenza si coltiva anche il lavandino, un ibrido ottenuto da due diverse specie della pianta, la Lavandula Angustifolia e la Lavandula Latifolia.
L’olio prodotto dal lavandino ha un forte profumo e, a causa della maggiore percentuale di canfora nella sua composizione, sembra un po’ più sintetico, a differenza dell’olio di lavanda che ha un odore più floreale.
Alcuni preferiscono l’odore del lavandino, altri preferiscono la lavanda; è probabilmente una questione di gusti. Anche se il prezzo dell’olio di lavandino è inferiore a quello dell’olio di lavanda, non è per la sua qualità, ma piuttosto per la maggiore resa in olio per ettaro. Da un ettaro di lavandino si ottengono circa 150-200 litri di olio, mentre nel caso della lavanda si ottengono non più di 100 litri per ettaro.
Infine, una informazione utile anche ai turisti. Uno dei campi più famosi al mondo si trova nell’Abbazia di Senanque, risalente al XII secolo. I monaci dell’abbazia coltivano la lavanda da tempi immemori e oggi vendono anche souvenir profumati ai turisti.
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