Ambientalisti trascinano l’LME in tribunale per il rame indonesiano

Due associazioni ambientaliste trascinano l’LME in tribunale con l’accusa di facilitare la vendita di “metalli sporchi”.

La borsa dei metalli di Londra (LME) è sotto accusa perché agevolerebbe la vendita di metalli sporchi, violando le leggi antiriciclaggio britanniche.

Due associazioni ambientaliste, London Mining Network (LMN) e Global Legal Action Network (GLAN), hanno puntato gli occhi sul rame indonesiano e sulla sua presunta connessione con crimini ambientali. Vorrebbero che l’LME rivedesse le proprie regole di quotazione dei metalli per garantire un maggiore rispetto delle normative ambientali. Nel caso specifico, il marchio di rame GRESIK, accettato nei magazzini LME e prodotto da PT Smelting utilizzando concentrati provenienti dalla gigantesca miniera indonesiana di Grasberg, è accusato di provenire da una fonte presumibilmente dannosa per l’ambiente.

Il 10% dei marchi quotati rischia la sospensione

La questione non è di poco conto, in un momento in cui l’LME si trova a fronteggiare le conseguenze della sua già rigida politica sulla conformità ambientale e sociale. Circa il 10% dei suoi marchi quotati è in procinto di essere sospeso per non aver rispettato le scadenze sulla documentazione di approvvigionamento responsabile e sulle certificazioni ambientali.

Queste sospensioni non sono da sottovalutare. Rappresentano un segnale chiaro della determinazione dell’LME nel garantire che i produttori rispettino i requisiti di approvvigionamento responsabile prima di poter commercializzare i loro metalli sulla borsa.

“O verde o morte!”

Ma la questione sollevata dall’azione legale degli attivisti va oltre la mera conformità normativa. Riguarda il ruolo e la responsabilità delle istituzioni finanziarie nel promuovere pratiche sostenibili e nel mitigare l’impatto ambientale delle loro attività. L’LME, nel tentativo di difendersi, sottolinea il suo ruolo di fornitore di servizi finanziari che si deve adattare alle esigenze del mercato.

Mentre gli operatori si interrogano sul futuro della gestione dei metalli e sull’etica finanziaria, la causa davanti all’Alta Corte di Giustizia di Londra in cui è stata trascinata la borsa dei metalli potrebbe influire pesantemente sul destino delle pratiche industriali e finanziarie globali.

Anche una venerabile istituzione finanziaria con oltre un secolo di storia alle spalle come l’LME deve sottostare alle nuove logiche ambientaliste: “o verde o morte!

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