L’alluminio scommette sulla ripresa cinese e spera in nuovi rialzi

I mercati stanno scontando il ritorno della domanda cinese, anche se non è certo fino a che punto e a quale ritmo ci sarà una ripresa.

I prezzi dell’alluminio hanno recentemente toccato i massimi di circa 6 mesi (quasi 2.500 dollari a tonnellata), grazie alle aspettative che il governo cinese possa presto rimuovere tutte le restrizioni anti-COVID. Anche altri metalli, soprattutto rame e argento, hanno goduto in termini di rialzi del nuovo umore che si respira in Cina.

Il gigante asiatico consuma circa la metà di tutte le materie prime mondiali e, per quanto riguarda l’alluminio, lo scorso anno ha consumato 4 milioni di tonnellate. Di conseguenza, un ritorno della domanda cinese avrà sicuramente un impatto significativo sui metalli anche se, fino ad oggi, i prezzi sui mercati scontano solo in termini speculativi lo scenario più favorevole.

2 fattori a sostegno dei prezzi dell’alluminio

Ma esistono anche altri due fattori che potrebbe dare un sostegno all’alluminio. Innanzitutto, l’annuncio del governo cinese circa una serie di nuove misure di stimolo per sostenere l’economia, con grande attenzione nel settore edile e immobiliare. Poi, le enormi quantità di petrolio e gas naturale che la Cina ha importato dalla Russia, approfittando dei prezzi più bassi dovuti alle sanzioni occidentali.

Ciò ha consentito al paese di avere sotto controllo la crisi energetica, con energia più economica per sostenere le industrie manifatturiere.

Nel caso dell’alluminio, considerato un metallo ad alta intensità energetica da produrre, l’aumento delle bollette energetiche aveva dapprima provocato la chiusura di molte fonderie ma ora, grazie alle risorse energetiche russe a basso prezzo, gli impianti potrebbero finalmente essere in grado di riaprire e aumentare la produzione di alluminio.

Apertura veloce o yo-yo?

Secondo Sucden Financial, la domanda di alluminio, così com quella di altri metalli, risente ancora di tutta una serie di fattori negativi: il calo dei redditi, la situazione geopolitica incerta, la crisi energetica e i tassi di interesse più elevati.

Nel prossimo anno, se proprio vogliamo eleggere il driver principale per i prezzi dell’alluminio, sarà la velocità con cui l’economia cinese riaprirà a guidare le sorti del metallo. Sempre che non si prosegua con lo yo-yo delle aperture e chiusure, cosa che determinerebbe soltanto una grande volatilità dei prezzi, senza una direzione precisa.

Attualmente, 14 dicembre, il prezzo LME dell’alluminio a 3 mesi è di 2.428 dollari per tonnellata.

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