I prezzi dell’alluminio al London Metal Exchange (LME) hanno registrato una netta tendenza al ribasso per tutto il mese di aprile. Sono ritornati ai minimi dello scorso mese di gennaio, trovando però un solido supporto a 1.800 dollari per tonnellata.
Prezzi cinesi in controtendenza
Di fatto, tutti i guadagni realizzati nel 2019 sono stati azzerati. Ma l’andamento negativo non si è diffuso nel continente asiatico. Infatti, allo Shanghai Futures Exchange (SHFE) i prezzi del metallo hanno continuato ad aumentare, raggiungendo 2.100 dollari a tonnellata.
I prezzi cinesi dell’alluminio, nel corso del mese di aprile, hanno registrato aumenti compresi tra il 2,7% e il 2,8%.
Secondo gli ultimi dati dell’International Aluminium Institute, sebbene i livelli di produzione di marzo in Cina siano aumentati del 10% rispetto a febbraio 2019, rispetto a marzo 2018 sono aumentati solo dell’1%. Nel primo trimestre, la produzione cinese si è attestata a 8,9 milioni di tonnellate, rispetto agli 8,8 milioni di tonnellate dell’anno precedente, un aumento dell’1,6% rispetto al 2018.
2019, un anno di deficit per l’alluminio
Nonostante le preoccupazioni di una carenza di approvvigionamenti si siano allentate, il 2019 è previsto in deficit. Ecco perché, vista le attese di una domanda crescente, il calo dei prezzi all’LME potrebbe essere una debolezza temporanea.
Secondo l’ultimo rapporto trimestrale di Alcoa, il deficit globale di alluminio nel 2019 sarà compreso tra 1,5 milioni e 1,9 milioni di tonnellate.
La forza del dollaro americano durante le ultime settimane ha messo alle corde un po’ tutti i metalli, alluminio compreso. Come noto, quando il dollaro si rafforza, i prezzi dei metalli tendono a indebolirsi.
Tuttavia, se le condizioni della domanda dovessero peggiorare e non rispettare le attese, il calo dei prezzi potrebbe aggravarsi.
Oggi, 8 maggio, il contratto dell’alluminio a 3 mesi quota 1.798 dollari a tonnellata (LME).
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