Alluminio al ribasso? Non ancora…

Il prezzi dell’alluminio potrebbero sembrare incamminati sulla strada del ribasso. Ma per gli esperti ricordano di “non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”.

La discesa dell’alluminio nel corso dell’ultimo mese ha indotto qualcuno a pensare che sia iniziato un nuovo trend al ribasso.

Tuttavia, gli analisti suggeriscono di non concentrarsi troppo sui movimenti dei prezzi giornalieri, quanto piuttosto sull’andamento generale. E, a questo proposito, c’è qualcosa da non dimenticare…

Ad Aprile abbiamo visto i prezzi crescere sulla spinta delle sanzioni alla Russia, con il mercato traumatizzato dalla prospettiva che il 6% della capacità produttiva di tutto l’Occidente venisse a mancare. Infatti, le sanzioni statunitensi contro Oleg Deripaska, comportavano il blocco di tutto l’alluminio primario della Rusal.

Chi ha dovuto comprare metallo in quei frangenti, è stato costretto a pagare un prezzo molto caro.

Poi, per fortuna, le tensioni si sono allentate. Anche grazie al fatto che Oleg Deripaska ha deciso di abbandonare il vertice di En+, la società che controlla la Rusal. Così, i prezzi, a poco a poco, si sono abbassati.

Soffia il vento di un dollaro forte

Inoltre, sul mercato di tutti i metalli industriali, si è sentito l’effetto del rafforzamento del dollaro, anche a seguito delle preoccupazioni macroeconomiche circa la guerra commerciale degli Stati Uniti con il resto del mondo. Ma, anche il raffreddamento dell’economia cinese ha fatto la sua parte.

Ciò detto, non resta che considerare quello che, come ben sanno tutti i vecchi di questo mercato, fornisce una reale indicazione della domanda e dell’offerta di alluminio: i livelli delle scorte.

È vero, per molti anni l’accuratezza dei dati sulle scorte globali non era troppo buona. Inoltre, quelle fuori dai magazzini ufficiali, erano quasi del tutto ignorate da molti analisti.

La domanda è ancora largamente superiore all’offerta

Tuttavia, considerando che al loro apice hanno toccato i 10 milioni di tonnellate (oltre ai 4,5 milioni di tonnellate del London Metal Exchange) e che oggi , secondo stime del CRU, sono a circa 6 milioni di tonnellate (con scorte LME sotto il milione di tonnellate), impossibile non rendersi conto che la domanda supera largamente l’offerta.

Cifre che danno un quadro chiarissimo circa la condizione di deficit del settore dell’alluminio (al di fuori della Cina). Inoltre, il fatto che il mercato si trovi sotto stress è testimoniato dalla backwardation dei prezzi (prezzi spot maggiori di quelli a 3 mesi).

Perciò, volendo tirare una conclusione, è difficile pensare che in un mercato in deficit possano perdurare prezzi al ribasso. È invece probabile che i ribassi delle ultime settimane siano soltanto un effetto a breve termine della forza del dollaro e delle preoccupazioni per la guerra commerciale in corso. Quindi, meglio prepararsi ad una ripresa del trend al rialzo per i prezzi dell’alluminio.

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