Alluminio e rame in gran quantità se i veicoli saranno (tutti?) elettrici

Un recente studio di Fitch mostra che carrozzerie in alluminio e cablaggi in rame per veicoli elettrici guideranno la domanda globale di metalli.

Mentre l’orizzonte dei mercati dei metalli nel breve termine appare sempre più fosco, possiamo consolarci allargando lo sguardo nel lungo termine.

In questo modo possiamo scorgere tempi migliori, quando la domanda aumenterà per la prevista transizione energetica. Secondo Fitch Ratings ci sarà un boom di richieste di tutti quei metalli utilizzati nella produzione di veicoli elettrici (EV) e nella generazione di energia rinnovabile. Quali? Alluminio, rame, nichel, cobalto e litio.

Alluminio, il vincitore tra i metalli per veicoli elettrici

I pareri sono abbastanza concordi (la pensano così anche Bloomberg e Wood-Mackenzie) sul fatto che l’allontanamento dall’energia basata sui combustibili fossili sia vantaggioso per la domanda di metalli non ferrosi. Di conseguenza, tale aumento della domanda dovrebbe portare a maggiori investimenti su questi metalli, ma anche sul riciclo delle batterie dei veicoli elettrici.

L’analisi di Fitch confronta gli impatti di un veicolo con motore a combustione interna (ICE) con uno elettrico, oltre agli investimenti conseguenti in infrastrutture.

L’alluminio risulta nettamente vincente nei veicoli elettrici, visto che se ne utilizza una quantità maggiore rispetto ai veicoli ICE. Anche l’impiego di rame e litio risulta maggiore negli EV, mentre il nichel segue la stessa logica ma soltanto nel caso di batterie nichel-manganese-cobalto (NMC).

Quanta CO2 verrà emessa per estrarre e lavorare tutti i metalli necessari per la mobilità elettrica?

In termini generali, i veicoli elettrici e la generazione di energia rinnovabile richiedono molti più metalli rispetto alle alternative basate sui combustibili fossili. Ciò richiederà forniture maggiori rispetto ad oggi e, nei prossimi due decenni, saranno necessari molti investimenti in miniere e nuovi progetti estrattivi.

Purtroppo, il settore minerario soffre proprio del problema opposto e cioè di investimenti insufficienti. Inoltre, mentre tutti si aspettato che minerali e metalli vengano prodotti senza compromettere gli standard ESG (Environmental, Social and Governance), potremmo presto scoprire che la quantità di emissioni di CO2 prodotte dell’estrazione e della lavorazione di cobalto, alluminio e nichel è troppo elevata, soprattutto quando la domanda globale sarà alle stelle.

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