Alluminio: i nuovi umori del mercato sono ribassisti

Da più fronti arrivano segnali che il mercato dell’alluminio stia cambiando umore. Prezzi in discesa e domanda debole sono gli scenari che cominciano a prospettarsi.

Chi conosce a fondo i mercati dei metalli industriali sa bene che tanto sono imprevedibili nel breve e brevissimo termine, tanto sono prevedibili nel medio termine. O meglio, sono prevedibili in termini di domanda e offerta che si muovono ciclicamente.

E, proprio per questo, non sorprende che il mercato cominci a pensare che i giorni migliori per i prezzi dell’alluminio siano ormai alle nostre spalle. Chi è riuscito a vendere quando il metallo era a circa 4.000 dollari per tonnellata (inizio di marzo), non avrà certo di che pentirsi nei prossimi mesi.

I prezzi crolleranno del 20 percento entro dicembre

Secondo Harbour Intelligence, società americana di ricerca e analisi sulle materie prime, il prezzo del metallo leggero crollerà di quasi il 20% entro dicembre. Ciò significa che le quotazioni arriveranno a 2.310 dollari per tonnellata, mentre la domanda diminuirà e le giacenze cresceranno nei magazzini di tutto il mondo.

Come tutti ricordiamo, lo scorso anno e anche i primi mesi del 2022 sono stati i migliori in assoluto in termini di domanda. Tuttavia, si tratta di domanda presa in prestito dal futuro che, presto o tardi dovremo scontare. In altre parole, i consumatori non possono sostenere per sempre i livelli di spesa che abbiamo visto negli ultimi due anni.

I prezzi dell’alluminio sono aumentati di oltre il 40% lo scorso anno grazie all’aumento della domanda, ma i produttori non hanno avuto vita facile a causa della carenza di metallo e dei problemi nella catene di approvvigionamento.

I giganti dell’alluminio hanno espresso chiaramente le loro preoccupazioni

Certamente, ad oggi, la domanda sembra ancora solida, mentre i premi rimangono alti e i costi di spedizione sono a livelli storicamente elevati. Tuttavia, in termini prospettici, crescono le preoccupazioni che l’inflazione e i continui ostacoli alla catena di approvvigionamento possano affossare la domanda.

A tal proposito Novelis, gigante americano dell’alluminio (ma facente parte della multinazionale indiana Hindalco), ha avvertito che l’inflazione e la crisi delle catene di approvvigionamento ci accompagneranno da qui al prossimo anno. Anche Norsk Hydro, uno dei più grandi produttori di alluminio del mondo, ha detto che la domanda potrebbe diminuire e la sua più grande preoccupazione è che tale tendenza possa continuare nel prossimo anno.

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