Alluminio ai massimi di 10 anni. All’orizzonte ci sono ancora rialzi

L’alluminio non si ferma. Anche se i prezzi troppo alti stanno diventando un problema per tutti, i prezzi del metallo non si vogliono fermare.

Al London Metal Exchange (LME) l’alluminio ha raggiunto i massimi del decennio e sembra avviato verso i massimi storici di circa 3.000 dollari a tonnellata. Il contratto LME a 3 mesi ha toccato 2.726,50 dollari, un livello che era stato registrato a maggio 2011.

Da Londra a Shanghai l’alluminio corre verso nuovi record

Ormai da un anno la domanda è in crescita e l’offerta è in contrazione, soprattutto a causa della Cina che sta riducendo la produzione.

Allo Shanghai Futures Exchange (SHFE), il contratto più scambiato (quello di ottobre) ha chiuso in rialzo dell’1,2% a 21.390 yuan (3.311,09 dollari) a tonnellata, sfiorando il massimo dell’agosto 2008.

Come accennato, i prezzi dell’alluminio sono stati sostenuti dal fatto che in tante fonderie cinesi sono stati imposti limiti alla produzione, in molti casi per alleviare il carico sulla rete elettrica. Questo, combinato con l’impennata della domanda globale, ha infiammato i prezzi portandoli ai livelli attuali.

Secondo la società di consulenza Mysteel, otto fonderie di alluminio nella regione cinese del Guangxi, nel mese di settembre, non dovranno superare l’80% della produzione media mensile di quest’anno. In altre parole, dovranno ridurre la capacità operativa annuale di 475.000 tonnellate.

Prezzi così alti da costituire un serio problema

Il problema dei prezzi troppo alti per l’alluminio colpisce la Cina come il resto del mondo. La China Nonferrous Metals Industry Association ha recentemente riunito le più importanti fonderie di alluminio per affrontare l’aumento irrazionale dei prezzi dell’alluminio.

Tuttavia, la situazione è paradossale. Infatti, l’indesiderato aumento delle quotazioni è provocato dalla politica di Pechino di tagliare la produzione delle aziende che consumano e inquinano troppo, per risparmiare energia e contenere le emissioni. Naturalmente, riducendo ulteriormente l’offerta i prezzi esplodono verso l’alto. La situazione è così straordinaria che anche gli analisti più esperti fanno fatica a capire dove si stabilizzeranno le curve della domanda e dell’offerta.

Dal momento che la Cina produce circa il 60% dell’alluminio di tutto il mondo e che le sue politiche di riduzioni della produzione continueranno almeno per il resto di quest’anno, non è difficile prevedere che i prezzi rimarranno elevati. Un brutto colpo per i consumatori che speravano che l’aumento esagerato dei prezzi dell’alluminio fosse solo un fuoco di paglia.

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