Il 2017 sta finendo, ma con quale bilancio per il rame?

Uno sguardo all’indietro verso i fatti principali che hanno mosso il mercato del rame nel 2017. Le dinamiche della domanda e dell’offerta per cercare di capire cosa potrebbe succedere nel nuovo anno.

I prezzi del rame sono aumentati di oltre il 22% nel corso di quest’anno, spinti da una forte domanda, da interruzioni delle forniture e da molte speculazioni da parte degli investitori.

Nel mese di ottobre i prezzi erano arrivati oltre i 7.000 dollari, mentre attualmente, 11 dicembre, sono a 6.585 dollari per tonnellata. In questo contesto è particolarmente interessante volgere lo sguardo all’indietro per ripercorrere cosa è successo al metallo rosso nel corso del 2017.

L’anno era cominciato abbastanza tranquillo, con i prezzi che avevano guadagnato circa il 7% nel primo trimestre, trainati dalle preoccupazioni circa gli approvvigionamenti e dalle incertezze sul nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La più grande miniera di rame del mondo, Escondita, in Cile, affrontava uno sciopero di 43 giorni, l’interruzione più lunga di tutta la sua storia. Inoltre, la miniera indonesiana di Grasberg, la seconda più grande del mondo, fermava la produzione per oltre un mese a causa di un altro sciopero.

Tutti questi problemi riducevano la produzione mondiale di metallo di circa il 7%

Tutti questi problemi riducevano la produzione mondiale di metallo di circa il 7%, ma i bassi livelli della domanda avevano calmierato la crescita dei prezzi, che si muovevano tra i 5.000 e i 5.760 dollari.

Nel secondo trimestre, poi, il metallo entrava in una fase di stallo, accompagnato da preoccupazioni circa la domanda globale e da un dollaro debole. E ancora gli scioperi tenevano banco tra le notizie più importanti del settore: i lavoratori della miniera di rame in Cile, Zaldivar, decidevano di incrociare le braccia dopo il fallimento dei negoziati con Antofagasta e Barrick Gold.

Nel frattempo, le scorte al London Metal Exchange (LME) continuavano a crescere e i prezzi oscillavano tra i 5.500 e i 5.940 dollari.

E arriva il terzo trimestre, quando i prezzi salgono di oltre il 9% e si avvicinano ai 7.000 dollari. La domanda cinese in rafforzamento e la debolezza del dollaro americano scatenano la speculazione degli investitori, nonostante molti analisti sostengano che il rame è sopravvalutato e non è sostenuto dai fondamentali. I prezzi si muovono tra i 5.780 e i 6.970 dollari.

Eccoci infine al quarto e ultimo trimestre, quando i prezzi superano, temporaneamente, la fatidica soglia dei 7.000 dollari, il livello più alto degli ultimi tre anni. Gli umori rialzisti, aiutati dai dati positivi che arrivano dalla Cina, contagiano tutto il mercato e gli analisti e gli operatori di mercato si convincono che le prospettive del rame sono rialziste.

Il 2018 inizierà sotto i migliori auspici!

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