La debolezza mostrata dall’alluminio nel corso del 2015, ha portato le quotazioni dai 1.820 dollari a tonnellata di aprile ai circa 1.500 dollari odierni (-18%).
L’imputato principale di una discesa tanto forte è sicuramente la Cina. Il crollo del mercato azionario del paese all’inizio dell’anno, ha trascinato con se un gran numero di materie prime, tra le quali i metalli di base come il rame, il ferro oltre a manganese, tungsteno e acciaio. Naturalmente anche metalli industriali come alluminio e vanadio ne sono stati colpiti.
Più tempo impiegherà la Cina ad uscire dalla crisi in cui è caduta e più a lungo i prezzi dei metalli rimarranno depressi.
Purtroppo per l’alluminio, le prospettive per il 2016 non sembrano promettere nulla di buono.
È abbastanza curioso che la discesa dei prezzi dell’alluminio sia stata accompagnata da un calo delle scorte di magazzino.
Secondo Bloomberg, nel mese di novembre, il London Metal Exchange (LME) ha registrato un aumento del 21% di warrant cancellati, che hanno portato le giacenze ufficiali a circa 3 milioni di tonnellate. A dicembre 2014 le scorte erano di circa 4.300 tonnellate.
In genere, un calo delle rimanenze di magazzino è un buon segno per il mercato. E in effetti, il mercato dell’alluminio ha visto tagli e chiusure di fonderie nel corso degli ultimi anni, cosa che avrebbe dovuto far salire i prezzi.
Ma, come hanno spiegato gli analisti di ICBC Standard Bank, il calo delle scorte dei magazzini LME è improbabile che sia legato alla domanda reale, quanto piuttosto a manovre finanziarie.
Un aspetto evidenziato anche da Reuters, che recentemente ha sottolineato come le rimanenze di magazzino LME diano una falsa immagine del mercato dell’alluminio. Infatti, il CRU (Commodities Research Unit) stima che le giacenze totali di alluminio nel mondo, ufficiali e non ufficiali, siano salite di 1,3 milioni di tonnellate nel corso del 2015, portando il mercato ad un livello mai visto prima: circa 15 milioni di tonnellate.
Questo eccesso di offerta sul mercato è assai probabile che continui a fare pressione sui prezzi dell’alluminio che, nel corso di quest’anno, hanno raggiunto i livelli più bassi da sei anni a questa parte.
Anche Deutsche Bank è pessimista per il 2016 riguardo ai metalli industriali, alluminio e acciaio in primo piano. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, la Cina è diventata un grande esportatore di acciaio e alluminio e sta inondando il mercato mondiale, riducendo i prezzi dei suoi prodotti.
Per fortuna, 14 delle aziende cinesi produttrici di alluminio hanno detto che non intendono riprendere la produzione che hanno sospeso, per affrontare il problema dell’eccesso di offerta. Un annuncio che a dicembre ha aiutato i prezzi a risollevarsi leggermente.
Tuttavia, gli investitori in alluminio è meglio che si preparino per un altro anno di sofferenze e dispiaceri, senza però dimenticare che i metalli, come tutte le materie prime, sono ciclici e perciò, quando finisce una discesa inizia sempre una salita.