Petrolio alle stelle in caso di guerra in Nord Corea

Le conseguenze di una guerra nella regione coreana sui prezzi del petrolio potrebbero essere drammatiche, anche se di breve durata.

La Wood Mackenzie, una società di consulenza specializzata nel settore energetico, ha avvisato il mondo che se ci sarà un conflitto militare nell’Asia settentrionale, ne sarà coinvolto più di un terzo del commercio marittimo mondiale di petrolio greggio.

Un conflitto in Nord Corea potrebbe paralizzare la produzione e la capacità di raffinazione dell’Asia settentrionale dove, tra Cina, Giappone e Corea del Sud, si trova circa il 65% della capacità di raffinazione del petrolio greggio asiatico. Ecco perché è urgente capire quanto sia probabile un conflitto del genere.

Pyongyang sembra decisa ad espandere le proprie capacità militari con missili balistici intercontinentali in grado di trasportare testate nucleari. Mentre i mezzi di informazione nord coreani sbandierano al mondo il possesso dell’arma nucleare, non è per nulla certo che sia la verità.

Tuttavia, più si parla della possibile arma nucleare della Corea del Nord e più la situazione rischia di peggiorare. Infatti, preoccupazioni e timori a riguardo aumentano la pressione sui paesi vicini e, si sa, le decisioni prese sotto pressione sono raramente le più sagge.

Più si parla della possibile arma nucleare della Nord Corea e più la situazione rischia di peggiorare

Gli analisti sembrano essere divisi per quanto riguarda i possibili scenari che potrebbero verificarsi. Secondo SBS News, ci sono solo due possibilità: o accettare la Nord Corea con l’arma nucleare o impedirgli di arrivare ad avere ordigni nucleari il più presto possibile.

Per alcuni osservatori, accettare che la Corea del Nord abbia capacità nucleare impedirebbe una guerra che potrebbe causare centinaia di migliaia di vittime. Di contro, accettare che il dittatore coreano Kim Jong-un possieda ordigni atomici significherebbe una proliferazione del nucleare in tutta la regione, cosa che spingerebbe il mondo intero più vicino ad una guerra nucleare. In altre parole, le due opzioni non sono molto diverse da “stare nella padella o buttarsi nelle braci“.

Le ultime sanzioni economiche approvate dall’ONU contro la Corea del Nord non hanno avuto, finora, alcun effetto sui piani di sviluppo militari di Pyongyang. E sarà abbastanza improbabile far tornare Kim Jong-un al tavolo dei negoziati per accettare di sospendere il suo programma nucleare.

Tornando alla questione del petrolio, una guerra aperta nella regione sarebbe una buona notizia per l’OPEC e per tutti quelli che scommettono per prezzi al rialzo. Anche se va considerato che i paesi interessati (Cina, Giappone e Corea del Sud) dispongono di solide scorte di greggio, cosa che renderebbero di breve durata l’effetto della guerra sui prezzi internazionali del petrolio.

Mentre la Cina continua a rifornire di petrolio Pyongyang, tutte opzioni rimangono sul tavolo e il mondo intero guarda ai prossimi e imprevedibili sviluppi con il fiato sospeso.

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