Lo shale gas negli Stati Uniti

Lo shale gas darà agli Stati Uniti un vantaggio competitivo enorme rispetto al resto del mondo e questo vantaggio è destinato a durare per molti anni.

Erano le prime ore del nuovo secolo e in Italia pochissime persone conoscevano che negli Stati Uniti il gas naturale era diventato la principale fonte di energia per l’industria e per i comuni cittadini.

Entro la fine del 2000, la domanda di shale gas sul territorio americano aveva creato un picco senza precedenti nella storia dell’uomo. Lo shale gas, chiamato anche  gas di scisto o gas da argille, è gas metano prodotto da giacimenti non convenzionali in argille.

Da allora, i progressi fatti nella perforazione orizzontale e nella fratturazione idraulica hanno reso molto economica l’estrazione di questo gas.

Lo shale gas estratto negli Stati Uniti fornirà al paese un vantaggio competitivo enorme rispetto al resto del mondo

Gli Stati Uniti possiedono 2.170 miliardi di piedi cubi (TCF) di gas naturale, che corrispondono grosso modo ad una fornitura per circa 100 anni. Nel 2011, il paese ha ottenuto circa un terzo dei suoi consumi di gas proprio dallo shale gas, il 95% del quale è prodotto negli Stati Uniti.

Per Bloomberg, dei 133.700 milioni di dollari investiti nel mercato dello shale gas negli Stati Uniti, circa il 20% proviene da investitori esteri quali il Giappone, la Cina, l’India, la Corea, la Francia e la Norvegia.

Secondo molti osservatori, lo shale gas estratto negli Stati Uniti fornirà al paese un vantaggio competitivo enorme rispetto al resto del mondo e questo vantaggio durerà per molti anni.

La Energy Association prevede che la produzione di gas di scisto negli Stati Uniti salirà a circa 16,7 TCF (Trillion Cubic Feet) nel 2040, in crescita dai 8,6 TCF di quest’anno.

Attualmente, esistono due grandi società che detengono un ruolo chiave nel mercato dello shale gas americano: la Chesapeake Energy e la Chevron.

Presto o tardi, anche in Italia ne sentiremo parlare…

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