Zinco: aggiornamenti di mercato e previsioni per i prossimi mesi

Cosa sta succedendo sul mercato dello zinco? Ecco una breve panoramica del primo semestre 2022 e di cosa ci aspetta per il resto dell’anno.

Lo scorso anno abbiamo visto i prezzi dello zinco al livello più alto degli ultimi 14 anni e, alla fine del 2021, gli analisti si aspettavano che le quotazioni sarebbero rimaste alte per tutti i primi mesi del 2022. E, in effetti, il metallo non ha deluso le aspettative.

Il 19 aprile, lo zinco ha toccato il livello più alto di quest’anno a 4.498,50 dollari, una crescita di oltre il 24% dall’inizio del 2022. I timori di forniture insufficienti hanno infiammato i prezzi. D’altronde, gli elevati costi energetici in Europa pesavano già dallo scorso anno sul mercato dello zinco. Con la guerra in Ucraina e l’aggravamento della crisi energetica, i prezzi non hanno potuto che salire.

I fondamentali sono solidi

Una salita basata su solidi fondamentali, delle basse scorte di metallo in borsa ad una domanda sostenuta e una produzione in calo. Quest’ultima provocata dalla chiusura, permanente o parziale, di numerose fonderie, messe fuori mercato dagli alti costi dell’energia.

Tuttavia, a giugno, anche lo zinco è stato travolto dalle vendite come molti altri metalli, in un contesto di timori per un’imminente recessione globale. C’è da dire che, rispetto agli altri metalli industriali, i prezzi dello zinco hanno resistito relativamente bene (il 22 luglio il contratto cash LME valeva 3.045 dollari per tonnellata).

Cosa aspettarci per i prezzi dello zinco?

Ovviamente, in un contesto economico di grande incertezza e di preoccupazioni crescenti, gli operatori si interrogano sui destini dei prezzi del metallo per i prossimi mesi. In risposta a questi interrogativi, molti esperti non sono troppo negativi circa le sorti a breve termine dello zinco.

Secondo Wood Mackenzie, i prezzi si riprenderanno dai livelli attuali e raggiungeranno una media di 3.600 dollari nel terzo trimestre. Sebbene molte economie siano destinate alla recessione nei prossimi mesi, la domanda globale di zinco rimarrà positiva.

Per il CRU, i timori di una recessione passeranno in secondo piano rispetto all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa, con tagli produttivi nelle fonderie europee che daranno un supporto ai prezzi dello zinco. Il CRU prevede una perdita produttiva da qui a fine anno, in gran parte concentrata nel continente europeo, di 110.000 tonnellate. Il disavanzo globale di zinco raffinato potrebbe raggiungere quasi 250.000 tonnellate, 170.000 delle quali sono dovute allo stop produttivo delle fonderie.

Infine, anche per gli esperti la domanda delle domande è dove finiranno i prezzi dell’energia il prossimo inverno. Certamente saranno alti, ma quanto alti è ancora poco chiaro. Se ci saranno ulteriori interruzioni nella fornitura di gas potremmo vedere altre sospensioni della produzione di grandi fonderie, tenendo conto che la minaccia principale proviene da quei paesi che hanno interrotto le loro forniture di gas dalla Russia.

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