Vecchi rottami trasformati in alluminio puro? Alcoa ha la tecnologia per farlo

Alcoa sta puntando molto su nuova capacità fusoria di alluminio in tutto il mondo con 2 nuovissime tecnologie: ELYSIS e ASTRAEA.

La tecnologia è sul punto di rivoluzionare anche la fusione di alluminio, un processo fino ad ora abbastanza tradizionale. La spinta di questa rivoluzione arriva dalla necessità di ridurre la cosiddetta impronta di carbonio aziendale, cioè le emissioni di gas serra prodotte.

A guidare questa nuova tendenza è l’americana Alcoa, che ha messo a punto 2 nuove tecnologie di cui sentiremo molto parlare nei prossimi anni: ASTRAEA ed ELYSIS.

ASTRAEA, alluminio high-grade dai peggiori rottami

La prima di queste, ASTRAEA, è un nuovo processo per la purificazione dei metalli, che consente di riciclare i vecchi rottami di alluminio trasformandoli in alluminio ad alta purezza. Si tratta di un processo di purificazione che potrebbe cambiare radicalmente e in modo significativo il modo in cui gli scarti di alluminio di bassa qualità vengono riciclati. In altre parole, questa tecnologia permette di ottenere dai peggiori rottami alluminio con una purezza che supera di gran lunga quella del metallo attualmente prodotto dalle fonderie.

Entrando nello specifico, ASTRAEA consente di produrre in modo economico alluminio P0101, che supera la purezza del P1020 (commercialmente chiamato anche 99,7), ma con rottami da frantumazione come la zorba (rottame metallico non ferroso proveniente da veicoli a fine vita).

Come ben sanno gli operatori del settore, attualmente esiste molta offerta di rottami di alluminio di bassa qualità, utilizzabili solo per applicazioni limitate a causa dell’elevato contenuto di impurità. Ad oggi, non esiste nessuna possibilità per rimuovere le impurità dai rottami vecchi per ottenere metallo alla purezza adeguata per la maggior parte delle applicazioni di laminazione o estrusione. Ma ASTRAEA sembra essere la prima e unica tecnologia in grado di purificare scarti di bassissimo valore.

Se attualmente risulta fantascientifico pensare di usare rottami di basso valore per produrre alluminio da utilizzare in applicazioni critiche come lo sono quelle aerospaziali e militari, che in genere richiedono alluminio primario, presto sarà possibile farlo.

ELYSIS, metallo primario con anodo inerte

Nel caso di Elysis, la cui distribuzione potrebbe iniziare nel 2024, non abbiamo a che fare con i rottami ma con il processo di fusione dell’alluminio primario, che tradizionalmente è quello di Hall-Héroult che emette grandi quantità di CO2.

Il processo Elysis utilizza un anodo inerte, piuttosto che un anodo a base di carbonio, in una cella di fusione per eliminare tutti i gas serra diretti dalla fusione dell’alluminio convenzionale ed emettere invece ossigeno. La tecnologia dovrebbe essere installata principalmente in fonderie alimentate da energia rinnovabile.

Questa tecnologia sarà determinante pensando agli obiettivi fissati per il settore dell’alluminio, il 75% di tutta la CO2 nell’intero settore dovrà essere eliminata entro il 2035 e, successivamente (entro il 2050), il 97%. A meno di non riuscire a far funzionare bene la tecnologia cattura e stoccaggio del carbonio, è un imperativo fondamentale per ogni produttore di alluminio nel mondo convertirsi alla fusione con anodi inerti. Per questo, Alcoa pensa di concedere in licenza la tecnologia Elysis.

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