Un bene rifugio che arriva dal web: il bitcoin

Con la Brexit alle porte, molti investitori si sono avvicinati al bitcoin come moderno bene rifugio. Una tendenza che si sta affermando soprattutto in Cina, dove gli acquirenti stanno trascinando le quotazioni verso l’alto.

Quando si parla di beni rifugio viene subito in mente l’oro o il mattone.

Secoli di storia ci hanno insegnato che il metallo giallo e gli immobili sono investimenti che non seguono le mode del momento e che mantengono il loro valore intrinseco anche nei peggiori periodi di crisi.

Tuttavia, con l’avvento delle nuove tecnologie, il mondo così come lo hanno conosciuto i nostri progenitori sta cambiando radicalmente e nuove forme di investimento si candidano a diventare beni rifugio per i prossimi anni.

È il caso del bitcoin, una criptovaluta che potrebbe sembrare quanto di più lontano possa esistere da un bene secolare come l’oro, che invece ha molto in comune con il metallo considerato il bene rifugio per eccellenza.

A differenza delle monete tradizionali, il bitcoin non è legato a nessun asset tangibile e tutto avviene in modo digitale

Per chi ancora non conoscesse il bitcoin, va ricordato che è un tipo di moneta digitale, o criptovaluta, prodotta e conservata elettronicamente. Le singole unità monetarie vengono create (data mining) su una rete di computer distribuiti. A differenza delle monete tradizionali, il bitcoin non è legato a nessun asset tangibile e tutto avviene in modo digitale.

La caratteristica di essere decentrato rende il bitcoin una moneta al riparo da manipolazioni o da controllo da parte di banche o istituzioni governative. Esattamente l’opposto di quello che avviene per le monete tradizionali, che possono essere stampate a piacere dalle banca centrale. Questa indipendenza rende il bitcoin particolarmente attraente durante i periodi di instabilità politica e di inflazione.

Il valore del bitcoin non è legato a nessuna moneta emessa dagli Stati. In altre parole, qualsiasi instabilità politica non ha effetti sulla moneta digitale, cosa che la rende appetibile per chi è scettico o critico verso l’operato degli istituti bancari tradizionali o, semplicemente, vuole mantenere una parte dei propri denari distinta dai giochi delle monete internazionali.

Un po’ come accade per l’oro, che essendo disponibile in quantità finite, è un salvagente contro la stampa massiccia di denaro.

Ma al di là di alcuni aspetti in comune, il bitcoin presenta alcuni vantaggi rispetto all’oro. È incredibilmente facile da trasferire e in pochi secondi si riescono a trasferire ingenti somme online. Inoltre, le spese di transazione sono microscopiche rispetto alle valute convenzionali o alla compravendita di qualsiasi metallo.

Il bitcoin è del tutto anonimo e, per chi teme l’occhio del Grande Fratello sui movimenti finanziari delle persone, costituisce una zona franca dove privacy e anonimato sono garantiti.

Tutte considerazioni che sembrano aver convinto molti investitori, soprattutto cinesi, a rivolgersi alla nuova moneta digitale, che pochi giorni or sono ha raggiunto i suoi massimi dal febbraio 2014: 700 euro.

Alla vigilia del referendum per la Brexit del 23 giugno, con tutte le incertezze e le paure delle conseguenze di una possibile uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, il bitcoin sembra dimostrarsi sempre più bene rifugio e sempre meno strumento per speculatori incalliti.

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