L’ultima miniera d’oro della Sardegna, una lezione da ricordare

La miniera di Furtei, in Sardegna, è un caso da non dimenticare di come una miniera d’oro mal gestita, anziché arricchire la comunità, la possa invece depauperare.

La storia mineraria della Sardegna è decisamente gloriosa visto che ha fornito fin dai tempi più antiche enormi ricchezze (in termini di minerali) alla società. Certamente, una tradizione di cui i sardi, ma anche tutti gli italiani, dovrebbero andare fieri se non fosse per le attività minerarie più recenti, come quelle della miniera d’oro di Furtei, a circa quaranta chilometri da Cagliari.

“La Sardegna diventerà come il Sudafrica”

Era il 2002 quando Ugo Cappellacci, Presidente della Gold Mines of Sardinia prima e Presidente della Regione Sardegna poi, annunciava trionfalmente: “La Sardegna diventerà come il Sudafrica” riferendosi alle ricchezze aurifere del paese africano. Infatti, dal 1997 al 2008 la Sardinia Gold Mining aveva ottenuto la concessione per l’estrazione d’oro nei pressi del comune di Furtei.

Si trattava di oro epitermale, cioè non in filoni, la cui estrazione richiede opportuni solventi chimici per separare gli elementi solubili da quelli solidi. Il bilancio dell’intera attività durata 10 anni furono circa 5 tonnellate d’oro, 6 d’argento e 15.000 di rame.

Prima il disastro ambientale, adesso la bonifica

Di contro, fu danneggiato l’ambiente, con una discarica di fanghi al cianuro oltre al rilascio a valle di mercurio, ferro, piombo, cadmio e zolfo. Un disastro ambientale che la Gold Mines of Sardinia non ha mai bonificato come invece avrebbe dovuto fare e che è rimasto in eredità all’isola. La Gold Mines of Sardinia, una joint venture tra l’ente regionale Progemisa e la società australiana Gold Mines of Sardinia, è stata dichiarata fallita nel 2008.

Ma anche in questa triste storia c’è una buona notizia. Dopo anni di studi e progettazioni, è iniziata infatti la bonifica dell’area da parte dell’Igea, una società della Regione Sardegna.

Gli interventi sono stati avviati nel 2017 e hanno un valore di circa 65 milioni di euro. Dovranno servire a bonificare l’invaso di fanghi e a sistemare la montagna che era stata abbassata dai minatori di circa 40 metri. Inoltre, sono già stati posati 3.500 alberi.

Anche se alla fine dei lavori di bonifica della miniera d’oro non rimarrà che un lontano ricordo, meglio non dimenticare mai quali sono le conseguenze delle azioni di politici disonesti o incompetenti che si mettono in combutta con imprenditori senza scrupoli.

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