Si stima che la transizione energetica costerà più di 100 trilioni di dollari entro il 2050. I calcoli sono della Energy Transitions Commission, che ha anche rilevato che questo costo (per l’esattezza 110 trilioni di dollari) significa 3,5 trilioni di dollari all’anno e cioè l’1,3% del PIL globale.
In realtà la stima di Energy Transitions Commission non è quella più pessimista. Deloitte, una delle multinazionali della consulenza, stima tra 5 e 7 trilioni di dollari all’anno il costo della transizione. Ma, anche senza approfondire molte stime sui costi della transizione, è possibile affermare con certezza che i costi sono nell’ordine di migliaia di miliardi all’anno.
Gli alti tassi d’interesse creano seri problemi ai sostenitori della transizione
Con cifre tanto grandi in gioco, sembra che molti investitori e consumatori non siano disposti a farsi carico di tali oneri. Reuter ha riferito la scorsa settimana che i sostenitori della transizione sono preoccupati per gli alti tassi di interesse che rendono assai oneroso il denaro e che scoraggiano i potenziali investitori.
In queste condizioni le aziende attive nel settore dell’eolico e del solare si trovano con costi più alti, mentre continuano a chiedere maggiori sussidi da parte dei governi e prezzi maggiori per la loro elettricità.
Negli Stati Uniti, le case automobilistiche stanno perdendo soldi sui veicoli elettrici perché la domanda è più debole del previsto. In Europa c’è più ottimismo e si spera in un’impennata delle vendite di veicoli elettrici ma, come si sta verificando in Germania, la riduzione graduale dei sussidi per i veicoli elettrici ha portato a minori vendite.
Troppo costosa per la maggior parte dei consumatori e degli investitori
Il grosso problema è il fatto che la transizione energetica si sta rivelando più costosa di quanto la maggior parte delle persone possa sopportare. Per i consumatori, finché non ci saranno veicoli elettrici economici, l’abbandono di quelli tradizionali non è certo qualcosa che faranno di loro spontanea volontà.
Per quanto possa sembrare cinico, se attribuiamo un prezzo ad una risorsa gratuita come il clima, la transizione aumenta i costi di produzione, senza alcuna garanzia che la riduzione dei costi energetici finirà per compensarli.
“Non si può essere più verdi delle proprie tasche”
Secondo l’economista francese Jean Pisani-Ferry, citato dal Wall Street Journal, se il passaggio ai veicoli elettrici e alle pompe di calore per sostenere la transizione energetica costasse più delle versioni a idrocarburi e se il governo aumentasse le tasse per pagare i sussidi alle pompe di calore e ai veicoli elettrici, i consumatori finali finirebbero per dover pagare un sacco di soldi. E non saranno certo entusiasti di scoprire che la transizione energetica svuoterà le tasche a molti di loro.
I sostenitori della transizione potrebbero pentirsi di non aver tenuto conto di quello che diceva nel secolo scorso Gianni Agnelli: “Mi sono simpatici gli ecologisti. Ma hanno programmi costosi. Non si può essere più verdi delle proprie tasche“.
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