Tutti i costi nascosti delle energie rinnovabili

La carenza di metalli industriali e di terre rare potrebbe portare ad un enorme aumento dei costi delle energie rinnovabili.

Qualcosa non torna nei conti delle energie rinnovabili. Lo scorso anno, gli investimenti in energia a basse emissioni di carbonio hanno raggiunto la cifra record di 1,1 trilioni di dollari. Eppure, nonostante questo investimento enorme e senza recedenti, la sicurezza energetica mondiale non ha visto alcun miglioramento, mentre la domanda di petrolio, gas e carbone ha avuto un forte aumento.

Nel frattempo l’International Energy Agency (IEA) ha lanciato l’allarme sul crescente divario tra domanda e offerta di petrolio che potrà essere affrontata soltanto con nuovi investimenti in combustibili fossili.

Ma come? Le economie più sviluppate del mondo stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili e contemporaneamente hanno bisogno di una maggiore produzione degli stessi?

Germania: chiude le centrali nucleari e apre quelle a carbone

In Germania c’è un esempio lampante di quello che sembrano scelte politiche schizofreniche. Sono appena state chiuse le ultime 3 centrali nucleari del paese (fonte di elettricità a basse emissioni di carbonio), mentre viene ampliata una miniera di carbone. Negli Stati Uniti il governo sta spendendo miliardi di dollari in energie alternative, ma fa pressione sui produttori di petrolio per aumentare la loro produzione.

Eppure esiste una spiegazione a tutto ciò, anche se politici e mass-media non ne parlano volentieri perché potrebbe far naufragare miseramente la cosiddetta transizione verde. La spiegazione è tutta nei costi nascosti delle energie rinnovabili.

È vero che le rinnovabili sono più economiche dei combustibili fossili?

Infatti, il problema più grande della transizione all’eolico e al solare è che questi vengono pubblicizzati come più economici dei combustibili fossili. I calcoli vengono effettuati usando il costo livellato dell’energia (LEC o LCOE). Senza entrare troppo in tecnicismi, questo parametro non tiene però conto del costo dell’energia che non viene prodotta quando non c’è il sole e non c’è vento (quando le centrali a combustibili fossili devono intervenire e colmare il divario).

Inoltre, esistono altri costi ci cui non tiene conto, come quelli delle materie prime i cui prezzi stanno salendo alle stelle. L’eolico, il solare e i veicoli elettrici richiedono enormi quantità di metalli e minerali, la cui produzione non è nemmeno pensabile possa soddisfare quantità di tale portata.

Sicurezza energetica grazie ai combustibili fossili

Tutto sta diventando molto più costoso nella catena di fornitura dell’industria eolica e del solare. Ecco perché questi settori, nonostante continuino a propagandare il fatto di essere le fonti di energia più economiche, si trovano in difficoltà per la mancanza o gli alti prezzi dei metalli necessari.

Se qualcuno nutre dubbi su questa tesi, è sufficiente osservare come il petrolio, ma anche il carbone, continuino ad essere essenziali per la sicurezza energetica mondiale. Inoltre, l’estrazione e la lavorazione di petrolio e gas richiedono molti meno metalli e minerali rispetto alla produzione di pannelli solari, inverter, cavi e turbine eoliche.

Che la questione energetica sia stata ideologizzata da una buona parte della politica è sotto gli occhi di tutti. Così come tutti vedranno che il mercato, prima o poi, avrà la meglio sull’ideologia.

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