Saranno in pochi a sorprendersi che le più grandi aziende petrolifere di tutto il mondo siano di proprietà, oltre che gestite, da singoli governi.
I loro nomi sono quelli che riempiono le cronache economiche internazionali quasi quotidianamente: Saudi Aramco, Gazprom, China National Petroleum Corp. (CNPC), National Iranian Oil Co., Petroleos de Venezuela e Petronas. Una politica di nazionalizzazione dell’energia crea inevitabilmente ricchi e potenti oligarchi che accumulano enormi profitti dalle risorse naturali del paese.
Ma tutti questi leader politici e miliardari del petrolio hanno in comune la vulnerabilità ad eventi come quelli che hanno portato alla fine di Gheddafi (che si pensa possedesse ricchezze per oltre 200 miliardi di dollari).
Tra tante ricchezze, ad oggi, se ne distinguono cinque che impressionano per la loro dimensione e la loro storia. Ecco i casi di Russia, Azerbaijan, Kazakistan, Angola e Brunei.
VLADIMIR PUTIN
Le stime sulla ricchezza del presidente della Russia, Vladimir Putin, sono molto imprecise, poiché la maggior parte dei suoi possedimenti è nascosta attraverso società offshore o altri meccanismi di ingegneria finanziaria. Secondo il Times International Business, la fortuna di Putin potrebbe essere di 200 miliardi di dollari e la maggior parte della ricchezza provenirebbe dalle sue partecipazioni nel settore petrolifero. Si dice che possieda il 37% della Surgutneftegaz e il 4,5% di Gazprom.
Non si può certo dire che Putin voglia nascondere queste enormi ricchezze. Il suo palazzo da un miliardo di dollari sul Mar Nero, presenta una magnifica facciata a colonne che ricorda i palazzi degli zar russi del 18° secolo. Secondo la BBC, che ha anche procurato le prove, il palazzo è stato costruito con i fondi neri segreti procurati da alcuni oligarchi russi e consegnati personalmente a Putin. Certamente, un simile palazzo, non è certo quello che si potrebbe permettere con il suo stipendio ufficiale di 140.000 dollari all’anno.
Nel 2012, l’ex vice primo ministro Boris Nemtsov, poi assassinato, ha affermato che il presidente russo possiede un totale di 20 palazzi, quattro yacht e 58 aerei.
Ma, come ha detto lo stesso Putin, la sua ricchezza non si misura in denaro. Avrebbe infatti detto: “Io sono l’uomo più ricco non solo in Europa ma in tutto il mondo: ho accumulato tantissime emozioni.”
ILHAM ALIYEV
Ilham Aliyev è il Presidente dell’Azerbaigian dal 2003. Ma quelli che sono i suoi reali interessi sono emersi con la fuga di documenti dalla studio legale Mossack Fonseca (i cosiddetti Panama Papers).
La sua cassaforte è la AtaHolding, una società che è diventata uno dei più grandi conglomerati della nazione con interessi nel settore delle telecomunicazioni, delle costruzioni, dell’estrazione mineraria e petrolifera e del gas per un valore complessivo di 490 milioni di dollari. Ma, attraverso le sue due figlie e la moglie, recentemente nominata Vice Presidente del paese, possiede numerose società offshore che controllano ricchezze che nessuno conosce.
NURSULTAN NAZARBAYEV
Il Presidente a vita del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, anche lui coinvolto dallo scandalo dei Panama Papers, possiede almeno due società offshore alle Isole Vergini Britanniche, che controllano un conto bancario con una quantità sconosciuta di fondi e uno yacht di lusso. Tutte rivelazioni che hanno messo in luce la grande ipocrisia degli annunci di Nazarbayev per incoraggiare i ricchi del paese a rimpatriare i capitali dall’estero, al fine di tassarli.
JOSE EDUARDO DOS SANTOS
In questo caso, le cose potrebbero presto cambiare, dal momento che Jose Eduardo dos Santos, Presidente dell’Angola, ha detto che prevede di dimettersi dopo decenni di potere. Le ricchezze del Presidente sono concentrate in Sonangol, la compagnia petrolifera statale, a capo della quale c’è la figlia che, secondo Forbes, è la donna più ricca dell’Africa, con un patrimonio di 3,4 miliardi di dollari.
In Angola, paese molto ricco di petrolio, la maggior parte della popolazione di 22 milioni di persone vive in condizioni di estrema povertà.
HASSANAL BOLKIAH
Il Sultano del Brunei, un paese dalle enormi ricchezze di petrolio e di gas naturale, è uno dei leader politici più ricchi del mondo. Anche se i suoi possedimenti appartengono ufficialmente al Brunei, sono in realtà di proprietà della famiglia reale. La famiglia reale ha controllato tutto ciò che aveva a che fare con il petrolio e il gas dal 1970, ma la distinzione tra quello che è proprietà della famiglia reale e quello che è un bene nazionale è estremamente confusa.
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