Il ricatto energetico russo e la lezione che l’Europa non vuole imparare

La nostra crescente dipendenza da Mosca non è solo un pericolo geopolitico, ma anche una seria minaccia per gli obiettivi climatici.

L’influenza energetica della Russia in Europa sta crescendo. Soprattutto con il gasdotto Nord Stream 2 i russi stanno giocando un ruolo crescente nell’influenza energetica sul Vecchio Continente.

L’Europa è alle prese con una crisi energetica che rischia di intensificarsi nei prossimi mesi, mentre la Russia non aumenta la sua offerta per venire incontro alla domanda energetica europea. Secondo gli esperti, si tratta di una forma di ricatto energetico in una partita geopolitica sullo scacchiere europeo.

In gioco la sicurezza energetica europea… e non è cosa da poco!

Da anni gli Stati Uniti si sono opposti alla costruzione e all’apertura del gasdotto Nord Stream 2, che scorre sotto il Mar Baltico per collegare direttamente la Germania, e quindi l’Unione Europea (UE), alle riserve di gas naturale della Russia. Il timore è che l’oleodotto comprometta la sicurezza energetica della UE e aumenti pericolosamente la dipendenza della regione dalla Russia. Inoltre, proprio l’Europa che si vanta di essere un esempio per il mondo nella lotta al cambiamento climatico, perpetua la sua dipendenza dai combustibili fossili.

Ad oggi, il nuovo gasdotto non ha ancora l’approvazione della Germania per entrare in funzione, ma la grave crisi energetica europea che ha fatto balzare alle stelle i prezzi in tutta la regione (+500% solo quest’anno) conferisce alla Russia un enorme potere contrattuale che andrà crescendo con i mesi invernali più freddi.

Circostanze straordinariamente favorevoli alla Russia, soprattutto se l’inverno sarà molto freddo

La situazione è straordinariamente favorevole a Mosca che già fornisce quasi la metà delle forniture di gas naturale della UE, ma che vorrebbe monopolizzare il mercato. Cosa che di fatto succederà non appena il governo tedesco approverà il Nord Stream 2.

Secondo uno stratega della Bluebay Asset Management, l’Europa (Regno Unito compreso) è adesso ostaggio della Russia. Probabilmente la Russia stringerà i rubinetti delle forniture energetiche, lasciando gli europei a congelarsi fino a quando non daranno il via libera al Nord Stream 2. A quel punto, l’energia europea dipenderà completamente e incondizionatamente dalla Russia.

Che piaccia o no, dipendiamo ancora dai combustibili fossili

È paradossale che sia proprio l’Europa ad aumentare la domanda di combustibili fossili e, di conseguenza, a rappresentare una seria minaccia per gli obiettivi climatici. Con un’opinione pubblica in parte tenuta all’oscuro e in parte stupidamente disinteressata, l’Europa sta chiedendo a Mosca non solo gas naturale, ma anche carbone per fare scorta per l’inverno.

Verrebbe proprio da dire che noi europei dobbiamo proprio sbattere la faccia contro il muro per capire la realtà energetica e cioè quanto ancora dipendiamo dai combustibili fossili e quanto potere conferisca il controllo degli stessi. La prossima volta che sentirete parlare di energia verde come la soluzione facile e veloce a tutti i nostri problemi energetici, pensate a come si sfrega le mani per la soddisfazione Putin quando sente questi discorsi.

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