Quanto idrogeno naturale si nasconde sotto i nostri piedi?

La Terra detiene vaste riserve di un combustibile rinnovabile e privo di carbonio? In un piccolo villaggio africano qualcosa ci dice che potrebbe essere proprio così…

Il dubbio che dentro il nostro pianeta non ci siano soltanto petrolio e gas naturale ma anche idrogeno, assilla gli scienziati da tempo.

Infatti, secondo alcuni ricercatori, le reazioni acqua-roccia nelle profondità della Terra generano continuamente idrogeno, che filtra attraverso la crosta terrestre e talvolta si accumula in trappole sotterranee. A riguardo, lo scorso ottobre, lo US Geological Survey (USGS) ha presentato un modello che mostra come potrebbe esserci abbastanza idrogeno naturale per soddisfare la crescente domanda globale per migliaia di anni.

Il vento che esce dal buco del diavolo

Come ha riportato la prestigiosa rivista Science, un esempio clamoroso di questa presenza si trova in un piccolo villaggio del Mali, in Africa. Era il 1987 quando alcuni scavatori di pozzi d’acqua scavano ad una profondità di 108 metri ma, non trovando nulla, abbandonano l’impresa mentre si accorgono che dal buco scavato esce del vento. Ma quando uno degli scavatori si avvicina fumando una sigaretta, viene travolto da un’esplosione che scatena un enorme incendio.

Secondo gli abitanti del villaggio, il colore del fuoco era come acqua blu scintillante e non era inquinato da fumo nero. Ci vollero settimane per fermare l’incendio e per tappare il buco.

Ma nel 2012, Aliou Diallo, un ricco uomo d’affari, politico e presidente della Petroma, una compagnia petrolifera e del gas del Mali, assume dei tecnici per capire cosa ci fosse in quel buco maledetto, che gli abitanti del villaggio chiamavano il buco del diavolo. La scoperta che il gas che fuoriusciva era composto per il 98% da idrogeno sorprese tutti poiché l’idrogeno non si trova quasi mai nelle operazioni petrolifere e non si pensava che esistessero grossi giacimenti all’interno della Terra.

Esistono grandi riserve di idrogeno naturale in tutto il mondo?

La scoperta del Mali è stata una prova di ciò che un piccolo gruppo di scienziati aveva affermato per anni: come per il petrolio e per il gas, esistono grandi riserve di idrogeno naturale in tutto il mondo, anche se non negli stessi posti.

L’entusiasmo per l’idrogeno naturale è più che giustificato dal fatto che si tratta di un combustibile pulito e privo di carbonio. Al momento, tutto l’idrogeno commerciale deve essere prodotto, o inquinando o utilizzando combustibili fossili o utilizzando elettricità. Ma se davvero esiste idrogeno naturale in quantità considerevoli, le grandi imprese che fino ad oggi hanno trivellato per l’estrazione di petrolio e gas potrebbe ritrovarsi ad affrontare una nuova missione rispettosa dell’ambiente.

Ma le buone notizie che riguardano l’idrogeno non sono finite… Infatti, mentre ci vogliono milioni di anni perché i depositi organici sepolti e compressi si trasformino in petrolio e gas, l’idrogeno naturale si forma in continuazione, quando l’acqua sotterranea reagisce con i minerali di ferro a temperature e pressioni elevate. Un’energia non solo pulita e non fossile, ma anche rinnovabile.

Ma sappiamo ancora troppo poco…

Purtroppo è ancora presto per poter dire che potremo sfruttare questa nuova fonte di energia. Gli scienziati non comprendono completamente come si forma e migra l’idrogeno e, cosa più importante, se si accumula in un modo commercialmente sfruttabile. Da una parte l’interesse per l’idrogeno sta crescendo rapidamente, dall’altra mancano ancora conferme scientifiche.

Lo sviluppo del giacimento in Mali ha incontrato ostacoli e altrove sono stati perforati solo pochi pozzi esplorativi. Gli investimenti in questo settore sono ancora bassi poiché non ci sono molte certezze che giustifichino il rischio di capitali.

Eppure era successa la stessa cosa prima di riuscire a sfruttare il petrolio. A quel tempo, si sapeva di perdite di petrolio in luoghi come l’Iraq e la California, ma nessuno riusciva a vedere i vasti depositi che si trovavano sottoterra. Poi, il 27 agosto 1859, un cercatore d’oro quasi in bancarotta di nome Edwin Drake, con un motore a vapore e aste di perforazione in ghisa, scoprì l’oro nero a una profondità di 21 metri e iniziò a raccoglierlo in una vasca da bagno. Non passò molto tempo prima le compagnie petrolifere americane cominciassero a raccogliere milioni di vasche di petrolio ogni giorno.

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