Come si sta muovendo il mercato dell’uranio? Perché i prezzi continuano a mantenersi su livelli così bassi?
Gli investitori in questo particolare mercato sono sempre più dubbiosi, soprattutto a causa del crollo dei prezzi e di un sentiment negativo generato dal mancato riavvio dei reattori nucleari del Giappone.
La maggior parte degli analisti si attendeva un rilancio dell’uranio durante il 2014, ma il congelamento del riavvio a breve termine degli impianti in Giappone è stata una vera e propria doccia fredda per tutto il mercato.
A febbraio è stato presentato il nuovo piano energetico giapponese, che prevede l’utilizzo dei reattori nucleari del paese, ma le autorità di controllo sono ancora riluttanti a dare luce verde alla ripartenza, chiedendo di approfondire l’esame dei dati disponibili sulla sicurezza dei reattori.
Tuttavia, il mancato riavvio dei reattori giapponesi non è stato l’unico fattore che ha penalizzato i prezzi dell’uranio. Esiste anche un eccesso di offerta. Dopo il drammatico incidente di Fukushima, ci sono stati alcuni tagli alla produzione di uranio ma sono state poche le miniere che hanno cessato di produrre.
Tutte le società di proprietà statale in Russia e in Cina, senza preoccuparsi della redditività aziendale, hanno continuato a produrre a pieno ritmo, incuranti di un mercato saturo di offerta.
Inoltre, molte società produttrici di uranio hanno stipulato contratti di fornitura a lungo termine a prezzi fissi, quando le quotazioni del metallo erano su livelli più alti e quindi i loro margini operativi rimangono positivi.
Nel breve termine la strategia di molti investitori rimane quella di resistere alla tempesta, in attesa che il mercato passi in deficit, cosa che, secondo molti analisti, non avverrà prima del 2020.