Profitti record per Norsk Hydro. Il gigante dell’alluminio va a gonfie vele

Profitti alle stelle nel primo trimestre di quest’anno per Norsk Hydro. Ma l’azienda avverte che l’aumento dei costi potrebbe diventare un serio problema per i prossimi mesi.

Il mercato è come un gioco a somma zero. Quando qualcuno perde, c’è sempre qualcuno che guadagna. Quando chi consuma alluminio deve pagare di più per avere metallo, chi produce ne ha (in genere) un vantaggio almeno pari allo svantaggio del compratore.

Non per nulla i profitti trimestrali di Norsk Hydro, uno dei più grandi produttori di alluminio del mondo, hanno toccato livelli record, superando anche le aspettative più ottimistiche.

La borsa brinda con un +11,9 percento da inizio anno

Secondo Reuters, l’utile rettificato prima di interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento (EBITDA) è salito a 11,2 miliardi di corone (1,19 miliardi di dollari) nel trimestre gennaio-marzo. Un anno fa era stato di 5,2 miliardi di corone, mentre le aspettative degli analisti erano mediamente di 10,6 miliardi di corone.

Le entrate nel primo trimestre sono aumentate del 46% su base annua (46,6 miliardi di corone), al di sotto delle previsioni che mediamente si aspettavano 49 miliardi di corone. Gli azionisti della multinazionale non possono certo dirsi insoddisfatti visto che il valore dei titoli azionari di Norsk Hydro è aumentato dell’11,9% da inizio anno.

Il produttore norvegese di alluminio ha spiegato come il trimestre sia stato influenzato dalla guerra in Ucraina, dai colli di bottiglia della catena di approvvigionamento, dal rallentamento della crescita cinese, dai prezzi elevati dell’energia e dall’aumento dell’inflazione. Ma l’aumento dei costi potrebbe diventare un grosso problema per far quadrare i conti nei prossimi mesi.

Comunque, il fattore che alla fine ha determinato il boom dei profitti trimestrali è stato l’andamento dei prezzi del metallo.

Le prospettive rimangono positive per la domanda

I prezzi dell’alluminio al London Metal Exchange (LME) sono aumentati drasticamente nel primo trimestre, raggiungendo livelli record superiori a 4.000 dollari a tonnellata e sono poi scesi a circa 3.000 dollari alla fine di aprile.

Le previsioni indicano come la domanda globale di alluminio nel 2022 supererà la produzione per il secondo anno consecutivo, cosa che porterà ad un calo delle scorte globali di metallo.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED