Questo mese, i prezzi dello zinco hanno iniziato a scendere, tornando a 3.200 dollari a tonnellata.
Era da giugno 2017 che i prezzi non scendevano, spinti verso l’alto in un rally che sembrava non avere una fine. Se poi andiamo più indietro nel tempo, ci accorgiamo che la corsa dello zinco era iniziata ancora nel 2016. Da allora, i prezzi sono aumentati del 120%, passando dai 1.471 dollari ai livelli attuali.
Durante questo rally rialzista, le quotazioni dello zinco hanno raggiunto un livello che non si vedeva da oltre dieci anni.
È l’inizio della fine per i rialzi?
Ma adesso, secondo alcuni analisti, questo ribasso potrebbe significare che il metallo ha raggiunto un picco e che il trend si sta capovolgendo. Un campanello d’alarme c’era già stato quando nei magazzini del London Metal Exchange (LME) erano state consegnate 78.950 tonnellate di zinco.
Forti variazioni delle scorte LME sono un segnale che tutti i trader guardano con attenzione. Infatti, quando vengono consegnate grandi quantità di metallo, come in questo caso, i trader interpretano la cosa come un segnale che qualcosa è cambiato nella domanda e nell’offerta del mercato. E quando i trader pensano che il deficit di metallo sia inferiore a quanto atteso, vendono metallo.
Ma i livelli delle scorte LME danno un’indicazione valida soltanto a brevissimo termine, che riguarda i giorni o le settimane al massimo.
Esiste però un altro indice che meglio rispecchia l’andamento dei prezzi del metallo: i volumi di negoziazione. Per quanto riguarda lo zinco, i volumi di negoziazione sembrerebbero supportare l’idea che il trend nel lungo termine sia ancora rialzista.
Il mercato dello zinco fisico
Secondo l’International Lead and Zinc Study Group (ILZSG), nel 2017 il deficit di zinco raffinato è stato di 495.000 tonnellate. La produzione mondiale è rimasta stabile rispetto al 2016, con aumenti del 30,4% in India e una diminuzione in Canada, Cina, Perù e Repubblica di Corea.
Nonostante l’aumento della produzione di zinco raffinato, la domanda è aumentata del 2,6%, trainata soprattutto dall’Australia, dal Brasile, dalla Cina e dal Giappone. In Europa la domanda è diminuita dello 0,5%.
Ma, come sappiamo, è la Cina che muove l’industria metallurgica mondiale. A questo proposito, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, il gigante asiatico ha importato molto più zinco rispetto agli anni precedenti. Inoltre, le scorte allo Shanghai Futures Exchange (ShFE) sono rimbalzate di 46.000 tonnellate, raggiungendo il livello più alto da maggio 2017 (114.887 tonnellate).
Tutto ciò considerato, c’è da credere che i prezzi dello zinco siano ancora incamminati lungo un trend rialzista e i ribassi di questo periodo potrebbero essere una buona occasione per tutti gli acquirenti.
METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED