Le turbolenze degli ultimi tempi dei mercati finanziari in Cina hanno spinto molti investitori verso il più classico dei beni rifugio: l’oro.
Queste circostanze, insieme all’indebolimento del dollaro americano, hanno spinto i prezzi del metallo giallo verso l’alto con un incremento di circa il 15% nel corso del mese appena passato. Tuttavia, l’attenzione degli investitori non dovrebbe tralasciare un altro metallo prezioso con maggiori implicazioni industriali: il platino.
Negli ultimi 40 anni, è successo soltanto in quattro occasioni che i prezzi del platino rimanessero inferiori a quelli dell’oro per un periodo prolungato. In tutti gli altri casi il platino ha sempre avuto un valore assai maggiore di quello dell’oro.
Come ha evidenziato anche l’ultima relazione della World Platinum Investment Council Ltd. (WPIC), un’autorità sul mercato degli investimenti in platino fisico, il mercato è stato in deficit per parecchi anni ma, l’eccessivo livello delle scorte e una domanda in raffreddamento, hanno indebolito progressivamente i prezzi (978 dollari per oncia).
Ma negli ultimi anni le scorte di platino sono diminuite drasticamente, anche a causa delle agitazioni, tutt’ora in corso, dei lavoratori minerari in Sud Africa, che hanno portato ad una minor produzione. Ai non addetti ai lavori può sfuggire l’importanza del Sud Africa sul mercato mondiale del platino, che invece gioca un ruolo cruciale, nonostante le forniture provenienti dalla Russia e dallo Zimbabwe. In altre parole, il mondo è fortemente dipendente dalle forniture sudafricane di platino.
Tuttavia, lo scorso anno, l’offerta di platino primario è aumentata, mentre quella di secondario è diminuita, raggiungendo le 243 tonnellate a livello globale. Infatti, il mercato del riciclo è stato influenzato dalla crescita delle scorte nella speranza di prezzi migliori, da un rallentamento della rottamazione delle auto a causa dei prezzi del rottame di acciaio troppo bassi e dalla tendenza dei proprietari di autoveicoli a rimandare l’acquisto del nuovo.
Sul fronte della domanda le cose sono andate nella stessa direzione dell’offerta, ma con un aumento maggiore, che ha portato ad una richiesta globale di 255 tonnellate. Alimentata dall’automotive, dall’industria e dagli investimenti, la domanda ha superato ancora una volta l’offerta di 11 tonnellate, nonostante il rallentamento del settore della gioielleria in Cina.
Sul fronte di quello che, qualche mese fa, sembrava un’elemento determinante per il destino del platino, cioè lo scandalo della Volkswagen, gli effetti negativi sono stati controbilanciati dalla crescita del mercato automobilistico europeo con l’introduzione della normativa Euro6 che ha determinato un aumento della domanda di platino del 5%. Inoltre, l’India ha mostrato una forte crescita del 9%.
Per quanto riguarda il settore degli investimenti, nel 2015 è emersa una sorprendente crescita della domanda di monete e lingotti investment grade, che ha raggiunto quasi 15 tonnellate con un incremento del 73% rispetto al 2014. Gli esperti prevedono che tale crescita continuerà anche quest’anno.
Un deficit persistente, con una domanda strutturalmente robusta in numerosi settori, rende plausibile che i prezzi del platino possano rimanere a livelli tanto bassi ancora a lungo? La storia sembra suggerire di non scommettere su questa eventualità.