Outlook 2022 per l’acciaio. Non ci sarà un crollo dei prezzi

Dopo un 2021 con prezzi sorprendenti, il nuovo anno si apre all’insegna della prudenza e della cautela. Analisti ed esperti consigliano però di non illudersi che i prezzi tornino ai livelli a cui tutti erano abituati prima della pandemia.

Mentre gli operatori di mercato stanno diventando sempre più prudenti per quanto riguarda gli acquisti di acciaio, le previsioni circa i prezzi globali cominciano a risentire di un leggero pessimismo, in particolare per prodotti come i coils.

Chi deve comprare teme il crollo dei prezzi, ma gli analisti lo escludono

Così come i picchi dei prezzi di quest’estate ha colto molti di sorpresa, adesso gli uffici acquisti di mezzo mondo stanno andando con i piedi di piombo. Il boom delle quotazioni dello scorso anno si è manifestato con tempistiche leggermente diverse nelle varie regioni del mondo, con l’Europa che ha visto i massimi a giugno, mentre gli Stati Uniti hanno vissuto la stessa situazione a settembre. In Asia, invece, i prezzi si sono stabilizzati durante i mesi estivi.

Come accennato, le prospettive per l’inizio del 2022 sono dominate da un atteggiamento di grande prudenza, suggerito dall’ennesima ondata di COVID-19 che si sta diffondendo in tutto il mondo e che potrebbe rallentare la ripresa del mercato siderurgico.

Ecco perché molti acquirenti sono preoccupati per un possibile crollo dei prezzi nei prossimi mesi, anche se gli analisti prevedono un andamento meno drammatico. I prezzi dell’acciaio si calmeranno rispetto agli eccessi del 2021, ma rimarranno sostenuti dai tagli produttivi della Cina che vuole contenere le emissioni di carbonio del settore siderurgico.

Anche nel 2022 sarà la politica produttiva cinese a guidare i mercati

Sarà proprio la capacità cinese di mantenere questa politica a muovere i mercati ferrosi nel 2022.

La produzione di acciaio del prossimo anno potrebbe essere ancora superiore a quella del 2021, ma dovrebbe essere inferiore al 2020. Inoltre, nel primo trimestre, Pechino attuerà misure di stimolo, visti i segnali pericolosi emersi negli ultimi mesi sul fronte economico.

In queste condizioni, molti operatori di mercato si aspettano che la produzione e la domanda di acciaio diventeranno più deboli nel 2022. Il ciclo discendente del settore immobiliare e il calo delle esportazioni contribuiranno ad una domanda meno forte. L’unica eccezione si potrebbe verificare durante il periodo di picco stagionale dell’edilizia a marzo-aprile, con i prezzi dell’acciaio in ripresa.

Per Fitch Ratings la produzione di acciaio cinese rimarrà comunque al di sopra di 1 miliardo di tonnellate per il 2022, con un effetto compensativo della maggiore spesa in infrastrutture e produzione.

Europa, Stati Uniti e Asia: meglio nei primi mesi e peggio dopo

Secondo MEPS International, in Europa, i prezzi prodotti piatti sono previsti in salita nei primi mesi del 2022 insieme ad una ripresa degli acquisti. Senza contare che le acciaierie non vedono l’ora di recuperare le spese crescenti dell’elettricità e del gas.

Negli Stati Uniti, al contrario, tira aria di flessione dei prezzi per i prossimi mesi. L’attività di approvvigionamento si sta indebolendo a causa dell’aumento dei livelli delle scorte presso distributori e centri di lavorazione. È probabile che i produttori di acciaio domestici offrano sconti per aumentare le vendite.

Anche in Asia, nel breve termine, i prodotti piatti sono previsti in discesa, soprattutto per un sentiment negativo dei mercati indotto dalle nuove infezioni di COVID. Gli analisti credono però che, come accennato per la Cina, con l’arrivo della primavera, ci sarà una ripresa dei prezzi.

Ma, per la seconda metà del 2022, il discorso cambia. Un po’ in tutte le regioni del mondo si prevedono prezzi più deboli. Il consumo di prodotti piatti dovrebbe indebolirsi soprattutto per i prezzi troppo alti dell’acciaio e degli altri materiali. É anche probabile che la pressione inflazionistica freni la spesa dei consumatori. Inoltre, la ripresa della domanda da parte del settore automobilistico non ci sarà, se non più avanti nel tempo.

Prezzi in flessione ma ancora su livelli elevati

Tornando a quanto accennato inizialmente, e cioè il timore dei consumatori circa un crollo delle quotazioni, esperti ed analisti pensano che non vedremo nulla di simile. Ci sarà una diminuzione dei prezzi, ma in misura più contenuta di quanto non siano aumentati del corso del 2021.

Comunque, i prezzi rimarranno al di sopra delle medie storiche, grazie a prospettive economiche relativamente solide insieme all’ormai inarrestabile processo di decarbonizzazione del settore.

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