Miniere di manganese e diritti degli aborigeni in Australia

Gli interessi delle società minerarie in Australia si scontrano spesso con i diritti degli aborigeni locali. Anche per le miniere di manganese, di cui l’Australia detiene riserve enormi, la questione si ripresenta per tutti i nuovi progetti.

L’Australia è il secondo più grande produttore di manganese dopo la Cina, con una produzione annua di circa 5 milioni di tonnellate di metallo. Le sue esportazioni di metallo sono di 1.000 milioni di dollari all’anno e, secondo la US Geological Survey, ha tra le più grandi riserve del mondo.

Nonostante ciò, la storia mineraria australiana del manganese è abbastanza recente. Infatti la prima scoperta risale al 1803 ma la prima estrazione avvenne solo nel 1966. Attualmente il principale deposito di questo metallo australiano è a Groote Eylandt, nei territori del nord.

Le ricche risorse minerarie rimangono comunque centrali nella politica economica del paese, come dimostra la presenza di importanti aziende che operano con risultati economici che continuano ad attrarre nuovi investitori.

  • BHP Billiton – È uno dei principali protagonisti del settore minerario australiano, così come in tutto il mondo. Gestisce una miniera di manganese a Groote Eylandt, dove produce più del 15% del minerale di manganese di tutto il mondo. Produce anche silico-manganese.
  • Anglo American –  È un altro colosso del settore minerario e gestisce una miniera di manganese a Groote Eylandt. Ha la proprietà della Tasmanian Electro Metallurgical Company, dove vengono prodotte ferro-leghe. L’azienda opera anche in Africa, Brasile, Cile, Nord e Sud America, Australia, Cina, India, Giappone ed Europa.
  • Shaw River Manganese – È una società nuova, con progetti in Ghana, Namibia e Australia. In Australia opera a Dingo Creek, nella parte occidentale del paese, focalizzata su manganese e ferro.

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