Metalli UE alla frutta. Glencore chiude un’altra fonderia di zinco

Sempre più drammatica la situazione delle fonderie in Europa. La fonderia di zinco di Nordenham (Germania) chiude.

Questa volta è toccato alla fonderia di zinco di Nordenham, in Germania. Glencore, multinazionale svizzera delle commodities, ha deciso di metterla in manutenzione a partire dal primo novembre. L’impianto rimarrà fermo fino a quando le condizioni macroeconomiche non miglioreranno.

La fonderia tedesca produce, o sarebbe meglio dire produceva, circa 165.000 tonnellate di zinco e leghe di zinco all’anno. Per il momento, la fonderia di piombo di Nordenham, che Glencore aveva acquistato nel maggio 2020 dopo che era diventata insolvente, è ancora operativa.

Ci saranno altri tagli alla produzione europea

Glencore ha già fermato altri stabilimenti europei nel corso di quest’anno, tra cui anche quello italiano di Portovesme, in Sardegna (100.000 tonnellate di solfuro di zinco all’anno).

Come ha evidenziato un alto dirigente della società, i fermi produttivi che stanno colpendo tutta l’industria dell’Unione Europea (UE) sono una ovvia reazione a fattori esterni negativi. Gli aumenti dei prezzi dell’energia scatenati dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni contro la Russia hanno costretto alla chiusura molte fonderie di alluminio e di zinco in Europa ma, quasi certamente, assisteremo ad ulteriori tagli. L’alluminio e lo zinco sono metalli che richiedono processi produttivi altamente energivori.

Una spinta verso l’alto per i prezzi dello zinco

Naturalmente, visto le quantità di zinco che verranno a mancare dalla fonderia tedesca di Nordenham, il mercato ha reagito con un rialzo dei prezzi del 2,7%, raggiungendo 3.133 dollari per tonnellata. Si tratta di livelli di prezzo ancora lontani di circa il 40% dai massimi raggiunti a marzo di quest’anno.

Ma a spingere il metallo verso l’alto ha contribuito anche la decisione del London Metal Exchange (LME) di imporre condizioni più restrittive per le nuove consegne di metallo della Ural Mining & Metallurgical Co (UMMC) e di una sua controllata (Chelyabinsk Zinc), tutte società russe che Londra vuole colpire con sanzioni.

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